Charlie’s Angels, Elizabeth Banks sul flop del film: «Ci furono scelte sbagliate lato marketing»

L'attrice e regista si è detta contraria all'aver venduto un film come un manifesto femminista

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Tra qualche giorno uscirà nelle sale italiane il suo Cocainorso, già diventato fenomeno pop negli USA, ma per Elizabeth Banks c’è ancora una ferita aperta da risanare: il flop di Charlie’s Angels, il remake della serie tv cult da lei diretto (e interpretato) nel 2019 con protagoniste Kristen Stewart, Naomi Scott ed Ella Balinska.

Il film ricevette critiche prevalentemente negative e fu un flop al botteghino, soprattutto domestico (17 milioni) nonostante il cast stellare (oltre alle tre protagoniste, Djimon Hounsou, Noah Centineo, Sam Claflin e Patrick Stewart) e una massiccia campagna pubblicitaria da parte di Sony, che però, a detta della stessa Banks, fu in gran parte sbagliata.

Charlie's Angels

Banks ha approfondito la sua esperienza con Charlie’s Angels in una intervista con il New York Times nel settembre del 2022. Incalzata dall’intervistatore, ha affermato di essere orgogliosa del film e del cast, ma si è lamentata delle scelte di marketing che, a suo dire, avrebbero penalizzato la pellicola.

Lasciatemi dire che sono orgogliosa del film. Ho amato che Kristen Stewart fosse divertente e leggera. Ho amato presentare Ella Balinska al mondo. Ho amato lavorare con Patrick Stewart. È stata un’esperienza incredibile. Ma è stato molto stressante, in parte perché quando le donne fanno qualcosa a Hollywood diventa “una storia”. Intorno a Charlie’s Angels si diceva che stavo creando un manifesto femminista. Stavo solo facendo un film d’azione. Mi sarebbe piaciuto fare “Mission: Impossible”, ma le donne non dirigono “Mission: Impossible”. Ho potuto dirigere un film d’azione, francamente, perché aveva come protagoniste delle donne e io sono una regista donna, e questo è il limite in questo momento a Hollywood. Vorrei che il film non fosse stato presentato come un film per sole ragazze, perché non l’ho fatto solo per le ragazze. Per me c’è stata una disconnessione dal punto di vista del marketing.