Cinecittà: «nella fase due daremo attenzione anche alle opere prime»

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Nicola Maccanico e Flavio Natalia

Agli Stati Generali del Cinema a Siracusa Nicola Maccanico, AD di Cinecittà, dichiara l’inizio di una nuova fase per gli Studi cinematografici romani in cui i progetti del passato sono ormai una realtà consolidata nel presente e pronta ad aprirsi ad uno sviluppo ancora più ampio, che prevede un incremento delle grandi produzioni nazionali, un sempre crescente coinvolgimento di quelle straniere e una interessante apertura agli esordienti.

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Nel panel dedicato a Cinecittà, moderato dal direttore di Ciak Flavio Natalia, Maccanico racconta della crescita che gli storici studi della capitale hanno vissuto nell’ultimo triennio. Dal 2021 ad oggi Cinecittà è tornata ad essere una realtà competitiva e attrattiva tanto al livello nazionale quanto per le produzioni estere. “A fine 2024 finiremo un teatro di 26.500 kmq, nel 2025 concluderemo tutti i lavori di ristrutturazione e nel 2026 avremo la nuova Cinecittà”, dice l’AD.

Ho deciso di accettare questa sfida in un momento storico in cui l’industria si sta sviluppando – spiega Maccanico – e che vede l’Italia naturale protagonista del panorama globale. In questi anni siamo riusciti a riempire gli Studi senza che ci fosse un costo per lo Stato e generando un guadagno cresciuto del 170% rispetto al passato”.

Secondo Maccanico il marchio di Cinecittà è tornato ad acquisire anche nel presente quel valore che storicamente aveva: “studi dimostrano che siamo tornati ad essere attrattori di investimenti per l’estero e questo è un moltiplicatore di valore”. Oggi grazie al PNNR il ruolo di Cinecittà è destinato a crescere ancora con altri 25 teatri di posa che consentiranno di dare il giusto spazio ai grandi maestri e al tempo stesso offrirne uno anche alle opere prime e seconde. “Potremo dedicare un teatro agli esordienti con costi più accessibili – dice il direttore – e ampliare lo spazio dedicato alla realtà virtuale che consentirà anche di realizzare progetti a basso budget”.

Nessuno Studio cinematografico al mondo può però vincere da solo, sottolinea ancora Maccanico: “La competizione è globale ed è sano che Cinecittà sia di proprietà pubblica per essere competitivi rispetto alle altre nazioni, ma è necessario che il governo sostenga lo sviluppo delle aziende che operano negli Studi con scelte che vanno nella direzione del mercato, con servizi dedicati alle imprese, sapendo ascoltare le produzioni, offrendo il giusto livello di servizio e sapendo parlare lo stesso linguaggio della produzione”.

Molti eventi simbolici hanno anche segnato la crescita di Cinecittà: “Il David di Donatello del ’22 è stata una grande occasione per mostrare il fascino degli Studi. L’accordo con Fremantle ha implicato una fiducia industriale nella nuova Cinecittà. Paola Cortellesi ci ha scelto per girare C’è ancora domani, coraggiosa opera prima in bianco e nero sulla violenza domestica nel dopoguerra. Draghi e von der Leyen sono venuti a Cinecittà per firmare il PNRR”.

Maccanico sottolinea infine che nonostante i diversi passaggi di governo, l’appoggio a Cinecittà non è mai venuto a mancare e questo rappresenta una garanzia anche per il mercato. Ora la prospettiva è di rendere irreversibile questa presenza degli Studi nel mercato coniugando insieme grandi produzioni e nuovi autori.