Competentia Oficial, Penelope Cruz: “Nessuna parodia, ma un omaggio alla nostra professione”

Il film è stato presentato oggi a Venezia 78

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Penelope Cruz - Credits: La Biennale, foto: Giorgio Zucchiatti

Il film Competentia Oficial diretto da Mariano Cohn e Gastón Duprat con protagonisti Penélope Cruz, Antonio Banderas e Oscar Martínez, è stato presentato in concorso oggi alla 78ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

«Nessuna parodia, ma un omaggio alla nostra professione».

Così Penelope Cruz racconta il film. Un racconto, senza filtri, del dietro le quinte del dorato mondo del cinema, in cui interpreta la regista, costretta a dirigere due attori, agli antipodi e in eterna rivalità interpretati da Antonio Banderas e Oscar Martinez. «E’ stato molto divertente interpretare questa persona un po’ psicopatica, di grande intelligenza, molto affascinante, ma anche sciocca, senza filtri non interessata a quello che gli altri pensano di lei – racconta la Cruz – Non mi piacerebbe affatto somigliarle. E’ un personaggio che soffre moltissimo, molto sola, una donna insopportabile, ma molto divertente. Il film è un omaggio alla nostra professione, abbiamo riso molto, on si è mai trattato di mancanza di rispetto o di una parodia, anzi, abbiamo trovato un equilibrio molto delicato e abbiamo raggiunto l’obiettivo». Alla sceneggiatura, scritta da Andrés Duprat, Gastón Duprat e Mariano Cohn, hanno collaborato anche gli attori. «Gli spettatori assistono ai film già conclusi, ma dietro c’è un mondo che non conoscono – racconta Cohn – E’ stato il nostro punto di partenza per la sceneggiatura, cui hanno partecipato in tanti, gli attori ci hanno aiutato con la loro esperienza».

Molto diverso da Felix, l’attore attaccato a fama, premi e gloria che interpreta, Antonio Banderas non ha dubbi. «Se il personaggio fosse stato molto simile a me non l’avrei fatto, io non sono così anzi – racconta – E’ un furbo, maschilista, non ha obiettivi nobili anche se è molto trasparente. Nel film abbiamo analizzato il successo, l’invidia, la competizione, le insicurezze, tutti elementi chiari, che diventano una sorta di lente per raccontare le caratteristiche dell’essere umano. Potrebbe essere applicata anche nell’ambito della politica». Gli eccessi di chi lavora nel mondo del cinema, dagli esercizi prima di girare una scena, ai vocalizzi prima di una interpretazione sono nel film motivo di ironia, ma la realtà non è poi tanto distante dalla finzione. «Abbiamo giocato all’interno di una commedia – va avanti Banderas – Siamo stati chiari fin dall’inizio, abbiamo sempre riso e agito con intelligenza, abbiamo potuto ridicolizzare in un certo qual modo i vari eccessi che ci consentono di arrivare all’arte». Ma ciascuno ha il proprio modo per arrivare all’’arte. «Gli esercizi del corpo e della voce a volte aiutano per trovare il modo in cui girare una scena, ma devono essere fatti senza invadere lo spazio degli altri – sorride la Cruz – Non credo che fare certe cose sia strano, sempre nel rispetto degli altri, c’è chi lo fa solo per farsi vedere, personalmente rispetto molto le abitudini di ciascuno». «La preparazione di alcuni attori prima di girare una scena è reale – aggiunge BanderasMi è capitato di lavorare con un attore che gridava prima di ogni scena, pensavo ci fosse una mucca in camerino. Dava parecchio fastidio, andava bene per lui, ma anche io dovevo lavorare».

Per Oscar Martìnez, il film, diretto da Gastón Duprat e Mariano Cohn, si spinge
comunque oltre la realtà. «Credo che tutti abbiano esperienze simili, non solo nel cinema, ma anche nel teatro, anche se si tratta di persone forse più tollerabili rispetto a quelle mostrate nel film che è più estremo – conclude l’attore – Non ho vissuto personalmente cose così estreme, ma in alcune situazioni paradossali e ridicole mi sono ritrovato. Una volta un attore ha recitato un lavoro scritto da me per il teatro con la matita in bocca per tutto il tempo. E’ stato anche molto bravo, non potevo crederci».