Blade Runner, 40 anni di un mito

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La genialità di Scott, supportato dalla sceneggiatura di Hampton Fancher (lavorerà anche con Villeneuve su Blade Runner 2049), poi rivista da David Webb Peoples (in seguito esplorerà il western scrivendo Gli spietati, per tornare alla fantascienza con L’esercito delle 12 scimmie), è stata miscelare gli stilemi del cinema noir con quelli della science-fiction. Le scenografie di Lawrence G. Paull, David L. Snyder e Linda DeScenna e gli effetti visivi firmati da Douglas Trumbull, Richard Yuricich e David Dryer hanno poi contribuito a creare un’immagine della Los Angeles del 2019 che rimane ancora oggi un sogno (o un incubo) futuribile, oltre a fruttare a tutti loro le nomination agli Oscar.

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Eppure quel film, realizzato con un budget di 28 milioni di dollari, al momento dell’uscita non è un successo immediato: in America il film debutta il 25 giugno 1982, distribuito in
1.295 sale e nel primo weekend si piazza solo al secondo posto degli incassi con $ 6.150.002, per essere poi superato nelle settimane successive da La cosa, Star Trek II – L’ira di Khan e il rassicurante E.T. l’extraterrestre.

Non solo, presentato in concorso alla Mostra diVenezia, il film di Scott è addirittura ignorato dalla giuria, che dà il Leone d’oro a Lo stato delle cose di Wenders e quello d’argento a Imperativo di Zanussi, opere sicuramente di ottima fattura, ma che non hanno certo segnato un’epoca come Blade Runner.

Ma un mondo in cui tra gli umani si nascondono i nuovi schiavi, replicanti la cui aspettativa
di vita è di soli quattro anni e che lottano per veder riconosciuta la propria umanità e
indipendenza, ha aperto una breccia nell’immaginario collettivo. Nel frattempo del film sono state proposte diverse riedizioni in sala e in home-video (le cui maggiori differenze sono nel finale e nella presenza, o meno, del voice over del protagonista, elemento classico del cinema noir).

La prima versione del film esce in VHS e Betamax nel 1983, poi in formato Laserdisc nel
1987. Il Director’s Cut in VHS e Laserdisc nel 1993, mentre la prima edizione in DVD è del
marzo 1997. La versione Final Cut è pubblicata in DVD, HD DVD e Blu-ray il 18 dicembre
2007, in disco singolo, due dischi e cofanetto (da quattro, o cinque dischi), con tutte le versioni del film e numerosi extra, tra cui i commenti audio di Ridley Scott, dei produttori, degli scenografi, della squadra degli effetti speciali e il documentario sul making of del film, intitolato Dangerous Days, recuperando così il titolo di lavoro di Blade Runner.

Aldilà di quale sia la vostra versione preferita del film, il vero motivo del suo fascino sempre
attuale è nel suo interrogativo centrale su chi (o cosa) possa definirsi davvero “umano”,
domanda filosofica questa cui nemmeno il sequel di Villeneuve ha dato risposta definitiva
e che ruota intorno al quesito se il cacciatore di androidi Rick Deckard sia, appunto, un essere umano, o un replicante.

Per Ridley Scott «Deckard è un maledetto Replicante, ho diretto quel film e lo so bene, perché se così non fosse non potrebbero esserci seguiti a quella storia», posizione questa contestata aspramente da Harrison Ford, che ha sempre sostenuto l’umanità del suo personaggio. Una divergenza di vedute la loro raccontata da Denis Villeneuve che li ha visti «litigare furiosamente a cena sul tema» e che chiosa:

«Da parte mia penso che il film debba stimolare domande e non dare risposte, perché certe ambiguità sono proprie della scrittura di Philip K. Dick, autore del romanzo da cui è nato tutto».

Una risposta potrebbe però giungere nel prossimo futuro, visto che Scott ha annunciato Blade Runner 2099, serie tv in sviluppo per Amazon Studios ambientata cinquant’anni dopo il film di Villeneuve: Scott sarà il produttore esecutivo e potrebbe anche dirigere la serie, con Silka Luisa (Shining Girls) a far da showrunner.

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La leggenda continua: per i replicanti non è ancora «tempo di morire».