È morto Alan Arkin

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Alan Arkin

È morto a 89 anni Alan Arkin, uno dei più grandi attori americani degli ultimi sessant’anni, cresciuto nell’epoca d’oro che vide la nascita del New American Cinema e il passaggio dall’egemonia degli studios alla banda di ribelli della New Hollywood.

Vincitore di un Oscar come migliore attore protagonista per la sua eccezionale interpretazione del nonno in Little Miss Sunshine, Arkin è uno di quei tanti attori che avrebbe dovuto raccogliere molto più di quanto ha seminato nella sua lunga carriera.

Attore incredibilmente versatile, naturalmente portato per la commedia, e di conseguenza notevolissimo anche nelle parti drammatiche, ha avuto il meritato riconoscimento nella terza parte della sua carriera, grazie a una serie di brillanti intuizioni di giovani registi che lo hanno restituito al cinema di prima fascia.

Newyorkese purosangue, nato a Brooklin nel 1934, Alan capì che la vita non sarebbe stata facile sin da piccolo. Famiglia ebraica con origini russe e ucraine, da ragazzo vide il padre perdere il lavoro a causa della caccia alle streghe, essendo stato accusato di essere un comunista e rifiutandosi di rispondere a domande sul suo credo politico.

Talento naturale, Alan iniziò a studiare recitazione da bambino e iniziò a recitare al cinema e in teatro nella seconda metà degli anni Cinquanta. Fu una lunga gavetta, che terminò quando nel 1966 Norman Jewison lo volle come co-protagonista della commedia satirica Arrivano i russi, arrivano i russi. Prima candidatura all’Oscar da protagonista, avrebbe replicato due anni dopo con il bellissimo e dimenticato L’urlo del silenzio, il suo John Singer è un personaggio meraviglioso.

Sarebbero passati 40 anni per rivederlo candidato agli Oscar, ma nel mentre ha lasciato un segno indelebile nella storia del cinema, specialmente negli anni Settanta. Da Comma 22 a Piccoli omicidi, sua prima, geniale, regia, passando per il buddy movie poliziesco Una strana coppia di sbirri, che fa il paio con Una strana coppia di suoceri, due film in realtà completamente staccati che la distribuzione italiana accomunò nei titoli per motivi di convenienza.

Negli anni Ottanta inizia la sua carriera da caratterista di mezz’età, uno di quei casting di cui Hollywood non può fare a meno. È il padre di Wynona Ryder in Edward Mani di forbice (Tim Burton lo avrebbe poi voluto ancora al suo fianco in Dumbo), ma anche uno degli agenti immobiliari falliti di Americani (Glengarry Glen Ross di David Mamet) e il detective Hugo di Gattaca.

Nel 2006 arriva Little Miss Sunshine e l’Oscar, nel 2013 sarebbe giunta la quarta e ultima candidatura con Argo, di Ben Affleck. Gli ultimi anni di carriera li avrebbe condivisi con Michael Douglas su Netflix con il grande successo della serie The Kominsky Method.

Raccontare la vita di Alan Arkin in poche righe è impossibile, ma la sintesi della sua carriera è che è stato uno dei più grandi attori americani di sempre. Lo dimostra l’eredità artistica indelebile che lascia ai posteri.