Cantautore, regista al cinema e in televisione, scrittore, è stata una vita artistica piena quella di Paolo Pietrangeli, morto a 76 anni a Roma oggi, 22 novembre. E non poteva essere altrimenti per lui, figlio di Antonio Pietrangeli, uno dei più grandi registi del cinema italiano degli anni d’oro, che aveva firmato capolavori come Io la conoscevo bene e Fantasmi a Roma. Pietrangeli padre morì tragicamente annegato nel mare di fronte a Gaeta durante le riprese di Come, quando, perché. Paolo aveva 23 anni all’epoca e aveva già iniziato la sua carriera di cantautore militante.
Le sue canzoni rientravano in una tradizione popolare dall’impronta fortemente politica e sociale, tanto da essere inserito nel Canzoniere Italiano già nel 1966. Due su tutte sono diventate celebri, Valle Giulia e Contessa.
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Paolo Pietrangeli inizia a lavorare nel cinema con il padre, con piccole parti nei suoi film. Subito dopo la sua morte del padre prosegue facendo da aiuto a registi del calibro di Federico Fellini, Mauro Bolognini, Luchino Visconti e Valerio Zurlini, regista che aveva sostituito il padre proprio sul suo ultimo e mai completato film.
La strada di Paolo si incrocia addirittura con quella di Andy Wahrol, facendo da secondo al regista Paul Morrissey sul set di due film di culto come Flesh for Frankenstein e Blood for Dracula.
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Il suo esordio come regista è nel documentario, con Bianco e nero (1974), nel 1977 arriva al cinema di finzione con la trasposizione per il grande schermo di Porci con le ali, romanzo scandalo degli anni Settanta di Marco Lombardo Radice e Lidia Ravera, la storia dei giovani liceali Rocco e Antonia sullo sfondo della contestazione e degli anni di piombo.
Dagli anni Ottanta si dedica alla televisione, prima come regista del Maurizio Costanzo Show e poi di altri successi della Profumo, la casa di produzione di Maria De Filippi, un sodalizio fortunato che va avanti per molti anni.
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Quando non impegnato in televisione, Pietrangeli ha continuato a salire sul palco per cantare le sue canzoni. Nel 1996 ha diretto, insieme a Wilma Labate e Roberto Giannarelli, il documentario Genova per noi, incentrato sulle vicende del G8 del 2001.
