È morto Terence Davies

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Terence Davies

Si dice addio anche a Terence Davies, uno dei maestri del cinema britannico. Il regista è morto, oggi, 7 ottobre 2023, dopo una breve malattia, nella sua casa nell’Essex. Nato a Liverpool il 10 novembre del 1945, avrebbe compiuto 78 anni tra poco di un mese.

Artista straordinario, dopo una giovinezza complessa a causa della morte prematura del padre, cresciuto secondo rigorosi valori cattolici dalla madre, Davies riesce alla fine degli anni Settanta a entrare alla National Film School di London.

Il suo talento si intravede già nei primi lavori

Realizzati prima all’interno dell’istituto e nei cortometraggio successivi (la famosa Terence Davies Trilogy), ma è il suo esordio nel lungometraggio che lo segnala come una delle voci più importanti della British Renaissance, il movimento che negli anni Ottanta riportò il cinema britannico al centro dell’attenzione critica internazionale.

Il dittico formato da Voci distanti… sempre presenti e Il lungo giorno finisce, opere autobiografiche che raccontano la sua infanzia nel Merseyside (il fiume che attraversa Liverpool e la sua contea), è imprescindibile per qualunque cinefilo. Il cinema di Davies è caratterizzato dalle atmosfere eteree e da una concezione del tempo molto personale, in cui tutto scorre con i ritmi della vita, ma al contempo i fatti vengono fissati nell’eternità.

Autore prezioso, la sua opera successiva sarà dilatata nel tempo esattamente come la sua poetica, anche se non sempre per colpa sua, ma anche a causa di difficoltà produttive. Il suo terzo film, The Neon Bible, è tratto dal romanzo omonimo di John Kennedy Toole, autore anche del romanzo di culto Una banda idioti. È il 1995, cinque anni dopo un altro adattamento da un testo non semplice, La casa del mirto della scrittice americana Edith Warthon (la stessa de L’età dell’innocenza), film che svela una volta per tutte il grande talento di Gillian Anderson, fino allora più nota come Dana Scully della serie di X-Files.

Passeranno undici anni prima di vedere un altro film di Terence Davies, attesa ripagata dal bellissimo The Deep Blue Sea, con protagonisti Tom Hiddleston e Rachel Weisz. Nel mentre Davies aveva lavorato per la televisione e per la radio, oltre ad avere realizzato dei documentari, ma il successo critico, e anche di pubblico, di quello che era di fatto un lavoro su commissione da parte della fondazione Terence Rattigan, autore del romanzo, gli permette di realizzare, nel 2015, un film che da sempre aveva nel cassetto.

Si tratta di Sunset Song

Tratto da un romanzo poco conosciuto e magnifico, firmato da Lewis Grassic Gibbon. Il film vede protagonista Agyness Deyn, top model richiestissima nella prima decade degli anni 2000 che offre al pubblico una performance sorprendente grazie all’attenzione che Davies ha sempre riservato ai suoi attori.

Nel frattempo il regista aveva già gettato le basi per un altro progetto a cui teneva da molti anni, un film biografico sulla poetessa americana Emily Dickinson. A Quiet Voice è un film sospeso, complesso, in cui il regista cerca di esprimere i tormenti di una delle più grandi voci della letteratura americana di sempre.

Il suo ultimo lavoro, Benediction, è del 2021, anche questa la storia di vita di un poeta, il britannico Siegfried Sassoon. Ultimo tassello di una carriera contrassegnata da pochi film, appena otto, ma tutti di grande spessore.

È una perdita dolorosa quella di Terence Davies, perché aveva una voce, per l’appunto, distante dal resto del cinema britannico e internazionale in generale. Ma presente. E potente.