Ciak Bizarro: dai “dischetti deconcentratori” ai nudi integrali, gli incredibili flani

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Ormai da tempo sui giornali quotidiani sono spariti del tutto i flani che presentavano e annunciavano i film in programmazione. Oggi si fa riferimento alla rete, ma fino ad alcuni anni fa era necessario soffermarsi sulle pagine degli “spettacoli” dei vari quotidiani per avere informazioni, nonché una panoramica generale relativa all’offerta cinematografica. E il piacere del “mangiatore di film” era grande nell’ammirare le immagini e le frasi di lancio scelte per promuovere un titolo, piuttosto che un altro. Non di rado accadeva che in occasione della “prima” di un film, la distribuzione mettesse in guardia lo spettatore per la presenza di scene assai “erotiche” o “spaventose” sconsigliate a un “pubblico più sensibile”, millantava improbabili gadget da elargire in omaggio, oppure stupefacenti effetti sonori in sala.

Tra gli esempi di “weirdo promozioni” sono rimasti nella storia del cinema “bizarro” la mascherina nera consegnata agli spettatori di Macchie solari (Armando Crispino, 1975) da apporre sui bulbi oculari in presenza delle scene più terrorizzanti, oppure i dischetti “deconcentratori” (???) da applicare sotto il tacco della scarpa per allentare la tensione (La paura dietro la porta di Yannick Andrei, 1975) o ancora il “piccolo esemplare di Alligator Jucius” sorteggiato per un “fortunato” spettatore di La via dei babbuini (1974, Luigi Magni).

In occasione della riedizione di All’onorevole piacciono le donne (giugno 1974), la Fida ritenne opportuno sottolineare la solennità del nudo integrale offerto da Laura Antonelli, invitando gli spettatori a una forma di assoluta concentrazione, quasi si trattasse di un thriller: “Attenzione!!! Si invita il pubblico a non entrare in sala negli ultimi 20 minuti di proiezione, ché potreste disturbare gli altri spettatori durante le scene di nudo integrale”.

Quando apparve nelle sale Paura nella città dei morti viventi (1980), un altro titolo diretto da Lucio Fulci, la Medusa Distribuzione si preoccupò di tutelare potenziali spettatori afflitti da scompensi cardiaci con il seguente annuncio a firma del Prof. Sven Cuzac, Primario III Clinica Cardiologica Houston University : “…e pertanto sconsiglio la visione del film Paura nella città dei morti viventi ai soggetti sofferenti di scompensi cardiocircolatori: le forti emozioni che si provano durante la visione potrebbero causare danni anche notevoli a carico dell’intero sistema vascolare”.

E ancora: quando nel 1975 riapparve nelle sale lo zombie-movie  di Jorge Grau Da dove vieni?,  la Fida pensò di accompagnarlo con il seguente flano: “Gli effetti elettronici di questo film non vi riprodurranno maremoti, crolli o terremoti, ma le angosciose situazioni che si creano nei sepolcri: i fiati e i lamenti dei morti che resuscitano. E’ la prima volta che in un cinema vengono usati effetti così travolgenti”. Gli esempi potrebbero continuare, ma forse il “flano più weirdo” di tutti, ancora oggi, resta quello di Bordella (1976) di Pupi Avati, nel quale si annunciava la possibilità per “tutte le Signore che si fossero presentate alla Prima del film in “nude-look” o completamente nude sotto la pelliccia di vincere una cena intima in una nota pizzeria della Provincia in compagnia di uno degli interpreti del film (a sua scelta)”.

Holy Socks, non a caso la frase di lancio dello stesso film era “Quando la follia diventa celluloide!”

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