Fischia!, arriva l’eccentrico poliziesco rumeno sulla lingua dei fischi

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La Gomera (verrà distribuito da Valmyn in Italia col titolo Fischia!) è un curioso puzzle poliziesco di produzione rumeno-franco-tedesca che ha incuriosito al festival di Cannes dove era in concorso, rappresenterà la Romania ai prossimi Premi Oscar e ora è proposto al Torino Film Festival nella sezione Festa Mobile.

Cristi è un poliziotto con un austero codice morale costretto a servire due padroni, l’Antidroga della polizia di Bucarest diretta da Magda e il boss internazionale Paco. Inviato alle Canarie per infiltrarsi nella banda, accetta di fare evadere dal carcere Zsolt, il proprietario di una ditta di materassi, in realtà trafficante di droga che ha nascosto per sé un tesoro di 30 milioni di euro. Non insensibile al fascino dell’enigmatica Gilda (Catrinel Marlon), dovrà per attuare il piano imparare il particolare linguaggio segreto in uso lì, un codice a base di fischi.

Il film parte sulle note incalzanti di The Passenger di Iggy Pop e questo già ben dispone. In effetti il regista e autore della sceneggiatura Corneliu Porumboiu mastica da intenditore cinema e cultura musicale e ci tiene a manifestarlo. Da una parte, una storia sin troppo complicata e ammiccante, ricca di citazioni cinefile (dalla famosa scena della doccia di Psycho, a Sentieri selvaggi proiettato nella cineteca) nel contesto sempre un po’ malinconico e scarno dell’ambientazione rumena (anche se le Canarie fan la loro parte, come pure il garden di Singapore), tanto da provocare uno spiazzante cortocircuito; dall’altra una colonna sonora deliziosamente “gratuita” che inanella celebri brani classici quasi canonici (Casta diva, la Barcarola da I racconti di Hoffmann, Mozart, Strauss, il can can) con altri del più squisito pop folk (a un certo punto parte pure una meravigliosa canzone cantata dalla divina Lola Beltràn, messicana). Insomma, c’è perizia narrativa e molta arguzia – sin troppa? – in questo divertissement, da poliziesco hard boiled eccentrico, sarebbe un peccato non prestargli attenzione.