Laggiù qualcuno mi ama, intervista a Mario Martone – Berlinale 73

Il documentario di Mario Martone sull’attore, regista e poeta napoletano è stato presentato alla Berlinale 2023

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In occasione del 70° anniversario della nascita di Massimo Troisi sarà al cinema dal 19 febbraio, distribuito da Medusa Film e Vision Distribution, Laggiù qualcuno mi ama, il documentario con cui il regista Mario Martone celebra la figura dell’indimenticabile attore e regista napoletano, poeta del nostro tempo. Il film, sceneggiato da Anna Pavignano, storica collaboratrice ed ex compagna di Troisi, è stato presentato oggi alla Berlinale 2023.  

Laggiù qualcuno mi ama, il film

Laggiù qualcuno mi ama è il viaggio personale di Mario Martone nel cinema di Massimo Troisi. Montando le scene dei suoi film Martone vuole mettere in luce Troisi come grande regista del nostro cinema prima ancora che come grande attore comico, e per farlo delinea la sua parabola artistica dagli inizi alla fine, inquadrandolo nella temperie degli anni in cui si è formato e nella città comune ai due registi, Napoli.

Nel montaggio dei film si intersecano alcune conversazioni, non con persone che frequentavano Troisi, ma con artisti che lo hanno amato e ne sono stati influenzati, come Francesco Piccolo, Paolo Sorrentino, Ficarra e Picone, critici che lo hanno studiato, come Goffredo Fofi e la rivista Sentieri selvaggi, e due tra gli artefici della sua opera postuma, Il postino, Michael Radford e Roberto Perpignani.

Fa eccezione Anna Pavignano che con Troisi scriveva i suoi film. Martone la incontra per indagare i processi creativi da cui scaturivano le loro opere e con lei il regista ha collaborato al film che si compone anche di alcuni suoi preziosi materiali inediti.

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Laggiù qualcuno mi ama, le parole di Mario Martone

Massimo Troisi era molto amato, era molto popolare, era semplice e pieno di comunicativa – ricorda Mario Martone – Eppure chi lo ha conosciuto, anche poco, come me, non può non ricordare la sua ritrosia, mascherata da indolenza o pigrizia. Troisi era in realtà molto lontano dalla volontà di apparire a tutti i costi dei nostri anni”.

I temi di Massimo Troisi, primo fra tutti l’amore (quel suo indulgere disincantato sulla difficoltà dell’amare…) sono universali, appartengono ai cineasti di tutto il mondo e venivano capiti da chiunque – continua ancora il regista – Si era sempre grati a Troisi per le belle risate intelligenti che ci regalava, ma c’era qualcosa nei suoi film che impediva di mischiare quelle risate alla volgarità ridanciana corrente. E tanto più questa poetica complessa era forte in quanto si manifestava con naturalezza, senza intellettualismi, da vero artista popolare qual era. Il cinema di Troisi si esprimeva per frammenti, per soprassalti improvvisi, alternava pieni e vuoti, ora era acceso, ora era stanco. Il cinema di Troisi era bello perché aveva la forma della vita”.

Guarda qui la video intervista a Mario Martone per Laggiù qualcuno mi ama

Servizio a cura di Stefano Amadio