Francis Ford Coppola “il ribelle” riceve una stella sulla Hollywood Walk of Fame

“Anche se sembra che io sia stato un ribelle verso Hollywood, in realtà sono una sua creatura” ammette Coppola.

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Francis coppola megalopolis
Francis Ford Coppola

Oggi, a quasi 50 anni dal giorno in cui Il Padrino uscì nelle sale, Francis Ford Coppola riceve la sua stella sulla Hollywood Walk of Fame. Quel film ha lanciato la sua carriera stratosferica e Coppola si è confermato come uno dei più grandi autori del cinema grazie alla sua impressionante produzione negli anni successivi con opere quali La conversazione (1974), Apocalypse Now (1979) e, naturalmente, con i sequel de Il Padrino.

Il regista è sia entusiasta che pragmatico rispetto a questo riconoscimento. Coppola sottolinea che di solito sono gli studi che hanno prodotto o distribuito un film a spingere anche sul nome del regista: “Dal momento che ho finanziato o distribuito i miei film, non ho mai avuto la fortuna di avere uno studio che si prendesse cura di questo”.

Coppola fa anche notare che George Lucas, suo amico e collega di vecchia data, non ha una stella e dice: “Se qualcuno merita una stella sulla Walk of Fame, è George. Gli darò la mia”.

Nonostante Coppola sia stato un autore spesso in controtendenza rispetto ai canoni di Holywood, ora ammette che è un’emozione speciale ricevere un tale riconoscimento: “Anche se sembra che io sia stato un ribelle verso Hollywood, in realtà sono una creatura di Hollywood. Sono stato creato da Hollywood e sono molto orgoglioso di far parte della tradizione hollywoodiana. Se posso far parte di questo gruppo, di questa meravigliosa tradizione di Hollywood, mi fa piacere”.

Coppola si è guadagnato il suo posto nella storia di Hollywood con Il Padrino, uscito nelle sale il 24 marzo 1972. Per commemorare l’anniversario, la Paramount Pictures ha diffuso nuovamente il primo film nelle sale alla fine di febbraio e sta per lanciare una versione in Ultra HD 4K della trilogia. Il restauro è stato supervisionato dalla Paramount e dalla società di produzione di Coppola, American Zoetrope, e sarà disponibile il 22 marzo.

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Coppola racconta che questi 50 anni sono passati in fretta: “Riesco a ricordare così intimamente tutto quello che è successo”.

Ha anche ricordi vividi di quando è uscito il film: “Sei sempre così ansioso quando escono questi film a causa delle prime impressioni; speri che vada bene e non è una cosa che puoi controllare. Ma il tesoro di gran lunga più grande è la prova del tempo. Quando le persone guardano a quello che hai fatto 50 anni dopo, questo è un premio in sé e per sé”.

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L’uscita de Il Padrino sul grande schermo è una storia famosa che è stata raccontata da molti. Ad aprile Paramount Plus rilascerà la serie limitata The Offer, incentrata sulla prospettiva del produttore Albert S. Ruddy, in cui Dan Fogler interpreta il ruolo del regista. Coppola non ha alcun coinvolgimento con il progetto e osserva: “Questo è il punto di vista, immagino, del produttore, ma non riflette davvero ciò che è realmente accaduto, secondo me“.

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Ancora a proposito de Il Padrino, Coppola racconta che inizialmente non era interessato al progetto basato sul romanzo di Mario Puzo del 1969: “Mario Puzo ha scritto dei bei romanzi, ma ha scritto ‘Il Padrino’ per fare soldi. Amava la sua famiglia e voleva prendersi cura di loro; quindi, ha scritto un libro che pensava sarebbe stato un bestseller, ma era un po’ una pentolaccia“.

Tuttavia, Coppola dice di aver guardato oltre gli elementi sensazionalistici del racconto e di essersi concentrato su questa storia classica, quasi shakespeariana, su un padre, i suoi tre figli e su quale dei tre avrebbe potuto succedergli: “Ho sezionato quel libro con molta attenzione e ho tralasciato molte pagine, ma Mario era d’accordo su tutto”.

In effetti, Coppola dice che una delle parti migliori dell’esperienza de Il Padrino è stata conoscere Puzo, che lui definisce “un uomo meraviglioso”. Aggiunge di avere un enorme rispetto per tutti gli scrittori: “Ecco perché il suo nome è sopra il titolo che recita: ‘Il Padrino di Mario Puzo’, non ‘Il Padrino di Francis Ford Coppola’, perché l’ha creato lui”.

Continua Coppola: “Se si guarda a tutte le foto, si può notare sempre che metto il nome dello scrittore sopra il titolo. È come ‘L’uomo della pioggia di John Grisham’, ‘Dracula di Bram Stoker’. E dovrebbe davvero essere ‘Apocalyse Now di John Milius’. Perché è lo scrittore che fa il lavoro pesante”.

Coppola arrivò al progetto dopo aver diretto film come Terrore alla 13° ora (1963), prodotto da Roger Corman, e il musical Finian’s Rainbow del 1968. Aveva già vinto un Oscar per la sceneggiatura di Patton, generale d’acciaio degli anni ’70.

Una volta ho detto che le cose che fai quando sei giovane e per cui vieni licenziato sono le stesse cose per cui, anni dopo, ti danno premi alla carriera“, ricorda Coppola.

Alla domanda se all’epoca sapeva di stare facendo qualcosa di speciale con Il Padrino, Coppola risponde senza mezzi termini: “Pensavo che sarebbe stato un fallimento unico. Quando fai un film che va controcorrente rispetto a quello che sta succedendo in quel momento, quel tipo di film è difficile. Non stai facendo quello che tutti si aspettano o vogliono che tu faccia”.

Coppola spera di continuare ad andare controcorrente con il suo prossimo film, Megalopolis, il primo film dopo Twixt del 2011. Dice che spera di girarlo in autunno, ma osserva: “Se scegli di fare un film controcorrente, è più difficile ottenere finanziamenti, ma poi va in scena per 50 anni”.

Si è detto che Coppola sta pensando di investire 120 milioni di dollari in proprio, dopo aver venduto una parte del suo impero del vino di enorme successo. Poco si sa sulla trama del film, ma Coppola dice: “Farò Megalopolis e ti dico che le persone si gratteranno la testa dicendo: ‘Wow, ha così tanto dentro che all’inizio non capivamo e ora capiamo’. Questa è la mia speranza”.

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Per quanto riguarda i registi di cui è entusiasta oggi, ovviamente cita sua nipote, Gia Coppola, che secondo lui “rappresenta cinque generazioni della famiglia nel mondo del cinema”, iniziata con il nonno, Agostino Coppola, che costruì il primo sistema audio Vitaphone; suo padre, il compositore Carmine Coppola; la sorella Talia Shire; il nipote Nicolas Cage; e la figlia Sofia Coppola.

Cita anche Denis Villeneuve e Cary Joji Fukunaga come “registi meravigliosi sulla scala dei film ad alto budget. Ma non credo che abbiano necessariamente la possibilità di girare i film nei loro cuori. Penso che gli venga chiesto di fare film che non siano controcorrente. Abbiamo un’abbondanza di grandi talenti e darei loro più responsabilità perché ne sono capaci“.

Non che Coppola abbia qualcosa contro l’intrattenimento ad alto budget: “Mi è piaciuto Deadpool, ho pensato che fosse fantastico”, osserva, ma spera che i registi in futuro continuino a correre dei rischi.

Il cinema dovrebbe illuminare la vita contemporanea e farci capire cosa sta succedendo. Quindi abbiamo bisogno che gli artisti ci diano una visione di quello che sta succedendo”.

Fonte: Variety