Gigolò per caso, Christian De Sica: «Mi ispiro a mio padre e a Sordi. I cinepanettoni oggi? Mi arresterebbero»

Christian De Sica torna in televisione al fianco di Pietro Sermonti in "Gigolò per caso", la nuova serie di Prime Video disponibile dal 21 dicembre

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Gigolò per caso

Dopo l’ottima accoglienza critica (tra cui la nostra) del drammatico I limoni d’inverno, Christian De Sica torna sullo schermo, questa volta quello televisivo di Prime Video, con la serie Gigolò per caso, disponibile dal 21 dicembre con tutti e 6 gli episodi.

Diretta da Eros Puglielli (Gli idoli delle donne), la serie vede De Sica co-protagonista al fianco di Pietro Sermonti nei panni di un esperto gigolò, mestiere che ha nascosto per tutta la vita al figlio, ma che improvvisamente intende insegnargli. «Tra me e Pietro si è creata una bella alchimia; nella seconda stagione lui farà mio padre e io suo figlio visto che si è tolto la parrucca e io mi sono tinto barba e capelli» scherza De Sica in conferenza, prima di rivolgere elogi al regista Puglielli: «Nella mia carriera ho lavorato in oltre cento film e posso dire che Eros è stata una grande rivelazione. Ha una velocità, uno swing nel muovere la macchina che sembra di vedere un film americano». Gigolò per caso

Per entrare nella parte del gigolò Giacomo Bremer, De Sica racconta di aver avuto diverse ispirazioni, anche famigliari: «Mi sono un po’ ispirato a mio padre ne Il signor Max [film del 1937 in cui Vittorio De Sica si finge un nobile] e alla fine ho fatto un miscuglio tra lui e Sordi [che recita nel remake dello stesso film, Il conte Max], con qualche scivolata sul romano. Ne ho parlato con Eros, abbiamo optato per questo padre un po’ disincantato e surreale. Ci sembrava una scelta giusta, è un personaggio completamente diverso da quello che interpreto ne I limoni d’inverno. Ben venga una commedia in televisione, sono entusiasta del fatto che si torni a fare una commedia sofisticata. Se dovesse avere successo, potrebbe spingere tanti registi a tornare su questo genere». Gigolò per caso

In Giacomo Bremer si possono trovare alcune trovate comiche di vecchio stampo, “desicaniane”, per intenderci, ma il personaggio è ben lontano dai cinepanettoni dei primi anni Duemila, cosa che fa nascere in De Sica una riflessione sulla commedia oggi, intrisa di politicamente corretto. «Il politicamente corretto è una grande stupidaggine e una fregatura per i comici. Dico sempre “si ride col demonio non con San Francesco”. Io ho fatto sempre personaggi maschilisti, misogini, delle carogne. Li ho presi in giro quei personaggi, perché si ride prendendo in giro loro, non i buoni. Eros [Puglielli] ha fatto una commedia divertente senza abbondare sul turpiloquio. Cosa che noi spesso abbiamo fatto nei cinepanettoni, molte volte anche esagerando e sbagliando. Oggi tutti hanno paura di far ridere, è un po’ una fregatura. Checco Zalone se ne frega e riesce a far ridere molto col politicamente scorretto». E aggiunge: «Oggi se rifacessi un cinepanettone, di quelli fatti con Aurelio [De Laurentiis] e con Neri Parenti, mi manderebbero in carcere. Dicevo delle cose terribili, che oggi sarebbero vietate, ma che forse non direi nemmeno, con l’età che ho». Gigolò per caso