Il cielo brucia, il regista Christian Petzold: «i film sono come sogni notturni»

Il regista tedesco ha presentato il suo nuovo film al Torino Film Festival

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Christian Petzold

Christian Petzold è ormai uno dei maestri del cinema tedesco, al 41esimo Torino Film Festival ha presentato il suo ultimo film, Il cielo brucia, vincitore del Gran Premio della Giuria allo scorso Festival del Cinema di Berlino e dal 30 novembre al cinema con Wanted. Il regista, acclamato dalla critica europea, ha inoltre tenuto una masterclass per il pubblico del Festival in cui ha raccontato del suo cinema e della sua carriera.

Una città che non ha dei cinema non è una città, è come una città senza una piazza del mercato. Il cinema fa parte di noi, della collettività”, ha detto a Torino Petzold, che prima ancora che essere un regista è un vero amante del grande schermo e dice di contiuare a vedere i film dei grandi maestri come Steven Spielberg e anche gli italiani Roberto Rossellini e Vittorio De Sica. Petzold spiega inoltre che il fascino del cinema sta anche nel fatto che alcuni film sono come sogni che mostrano aspetti particolari della realtà non sempre visibili nell’ordinario.

Il cielo brucia

Innamorato di un cinema ricco di simbolismi che in qualche modo richiama la sfera più onirica del racconto reale, Petzold con Il cielo brucia narra la storia di due giovani amici berlinesi che in una torrida estate si ritrovano a trascorrere alcuni giorni nella casa di vacanza della famiglia di uno dei due. Isolati nel bosco sulle coste del Mar Baltico Leon (Thomas Schubert), scrittore in crisi che sta faticosamente tentando di terminare il suo secondo romanzo, e Felix (Langston Uibel), aspirante studente di un’accademia di belle arti, sperano di riuscire a trovare in quel luogo la giusta concentrazione per lavorare ai propri progetti.

Nei film estivi non c’è alcuno Stato, non ci sono genitori, non c’è nessuna fabbrica. Assistiamo a una sorta di pausa nell’esistenza e all’interno di questa sospensione si prendono decisioni cruciali”, spiega Petzold che ne Il cielo brucia, a complicare le vite dei due amici, inserisce altri due personaggi che inaspettatamente si trovano a condividere la casa con loro, Nadja (Paula Beer), una bella e disinibita ragazza che vende gelati e studia letteratura – che attira le attenzioni di Leo – e il suo ragazzo occasionale Devid (Enno Trebs), un atletico bagnino dal quale anche Felix si sente attratto. Intanto le foreste aride intorno a loro iniziano a prendere fuoco e lo stesso accade alle relazioni precarie e mutevoli che si instaurano tra i quattro protagonisti.

Se nel suo film precedente, Undine – Un amore per sempre, che era valso alla protagonista Paula Beer il Premio per la miglior interpretazione femminile al Festival del Cinema di Berlino del 2020, l’elemento fondante su cui ruota la storia era l’acqua, questa volta, ne Il cielo brucia, si parla del fuoco, anche come metafora delle emozioni e degli stati d’animo dei protagonisti. “La posta è importante; a volte fai la scelta sbagliata e a volte quella giusta. Anche l’amore è uno dei fattori in gioco, anche se a volte quell’amore può rivelarsi solamente un malinteso”, dice il regista.

Guarda qui la video intervista a Christian Petzold per Il cielo brucia