Il generale dell’armata morta, nel film invisibile di Marcello Mastroianni anche un giovane Castellitto

La proiezione evento in un bunker di Tirana

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Il generale dell'armata morta

A quarant’anni dalla sua realizzazione e per la prima volta in Albania, il 15 dicembre, proiezione evento a Tirana, del film Il generale dell’armata morta diretto nel 1983 da Luciano Tovoli, AIC, ASC, IMAGO, tra i maggiori autori della fotografia italiani al suo primo e unico film come regista. Il film sarà presentato nel Bunk’art 1 – un museo ricavato da un bunker antiatomico originariamente fatto costruire dall’allora presidente Enver Hoxha. Luciano Tovoli che, oltre a esserne il regista, è Presidente AIC parteciperà alla proiezione con lo scrittore albanese Ismail Kadarè, dal cui omonimo romanzo (edito da Longanesi) il film è ispirato.

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Il generale dell’armata morta vede protagonista Marcello Mastroianni nei panni del generale italiano Ariosto inviato in Albania insieme al cappellano militare Padre Benetandi, interpretato da Michel Piccoli, per recuperare i resti di un’armata di soldati caduti durante la Seconda Guerra mondiale. Nel cast anche un giovane Sergio Castellitto in uno dei suoi primi ruoli importanti. La proiezione del film a Tirana è un vero e proprio evento storico, dal momento che l’allora regime comunista proibì di girare e di proiettare il film in Albania.

Il generale dell'armata morta

Oggi l’opera viene finalmente “riabilitata” nel suo territorio di ambientazione. Il film all’epoca fu inoltre coinvolto nel fallimento della Gaumont Italia, la filiale italiana di una delle più importanti e storiche case di produzione francesi, evento che di fatto ne bloccò la distribuzione nelle sale italiane consentendone una diffusione solo televisiva. A mantenere viva l’attenzione sul film era stato a lungo lo stesso Marcello Mastroianni, che lo menzionava spesso tra le migliori interpretazioni della sua carriera in occasione di retrospettive ed eventi legati alla sua carriera.

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A compensare la delusione per la mancata distribuzione in Italia, ci fu il plauso della critica, soprattutto quella francese, entusiasta del film, come nel caso del noto giornalista e storico del cinema François Chalais che in occasione dell’uscita nelle sale francesi ebbe a scrivere su Le Figaro: “La regia di Tovoli può essere paragonata alla pittura di un grande pittore, e le interpretazioni di Mastroianni e Piccoli sono difficili da dimenticare“. Anche in Italia non mancò di essere apprezzato, dove il critico Tullio Kezich, che aveva visto Il generale dell’armata morta alla Mostra del Cinema del Mediterraneo di Valencia nell’ottobre 1984. Ne rimase molto colpito e gli dedicò un articolo su La Repubblica intitolato Quarant’anni dopo la guerra un film così può far paura?

Anche in vista dell’imminente centenario della nascita di Marcello Mastroianni nel 2024, è auspicio del regista e dell’AIC, l’associazione degli autori della fotografia italiana da lui presieduta, che possa essere presto realizzato un restauro del negativo originale del film per permettere alla pellicola, che racconta una pagina importante e dimenticata della storia italiana, di avere una nuova circuitazione cinematografica.