Il personaggio di Cate Blanchett in Tár offende la prima donna direttrice d’orchestra

In un'intervista, Marin Alsop rivela di essersi sentita offesa "come donna e come lesbica" dal personaggio interpretato da Cate Blanchett

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Tár

In Tár di Todd Field, film presentato alla Mostra del Cinema di Venezia del 2022 e in uscito a febbraio con Universal Pictures, Cate Blanchett offre la sua ennesima sorprendente performance, questa volta nei panni di una particolare direttrice d’orchestra di grande talento e dai comportamenti alquanto discutibili. Il personaggio di finzione da lei interpretato nel film è stato paragonato alla figura reale di Marin Alsop, la prima direttrice donna di una grande orchestra americana. Ma alla vigilia degli Oscar, a cui la Blanchett sembra avere ottime probabilità di vincere, la direttrice rivela di essersi sentita offesa dal paragone “come direttrice e come lesbica”.

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Nel film di Field Lydia Tár è una conduttrice d’orchestra omosessuale accusata di essere violenta nei confronti delle giovani donne sue collaboratrici. In molti, tra cui il critico musicale del New York Times Zachary Woolfe, hanno individuato alcuni parallelismi tra Alsop e Tár. Entrambe sono protette da Leonard Bernstein, entrambe sono lesbiche, entrambe sono sposate con musiciste d’orchestra (con le quali hanno dei figli) ed entrambe erano, fino a poco tempo fa, le uniche donne a dirigere una grande orchestra (Alsop a Baltimora, Tár alla Filarmonica di Berlino).

Marin Aslop

Sebbene Blanchett abbia in diverse occasioni dichiarato di non essersi ispirata a nessun personaggio reale, nella prima parte del film, in una scena in cui Lydia Tár viene intervistata da Adam Gopnik, vero scrittore del New Yorker, fa il nome della stessa Alsop, e dice: “Per quanto riguarda la questione del pregiudizio di genere, non ho nulla di cui lamentarmi. Né, del resto, dovrebbero farlo Nathalie Stutzmann, Laurence Equilbey, Marin Alsop o JoAnn Falletta. Ci sono state così tante donne incredibili che sono venute prima di noi, donne che hanno fatto davvero la differenza”.

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Tuttavia tra le due c’è una differenza: nel film Tár è accusata di cattiva condotta sessuale, una critica che Alsop definisce “offensiva“.

L’ho letto per la prima volta alla fine di agosto e sono rimasta scioccata dal fatto che fosse la prima volta che ne sentivo parlare – ha detto Alsop del film in un’intervista al quotidiano britannico Sunday TimesCosì tanti aspetti superficiali di ‘Tár’ sembravano allinearsi con la mia vita personale. Ma una volta che ho visto il film non mi sono più preoccupata, mi sono offesa: mi sono offesa come donna, mi sono offesa come conduttrice, mi sono offesa come lesbica”.

Avere l’opportunità di interpretare una donna in quel ruolo e renderla una violenta – per me è stato straziante – continua la conduttrice – Penso che tutte le donne e tutte le femministe dovrebbero essere infastidite da quel tipo di rappresentazione, perché non si tratta davvero di direttrici donne, vero? Riguarda le donne in posizioni da leader nella nostra società. La gente si chiede: ‘Possiamo fidarci di loro? Possono svolgere quel ruolo?’ Sono le stesse domande che si tratti di un amministratore delegato o di un allenatore NBA o del capo di un dipartimento di polizia“.

Ci sono così tanti uomini – uomini reali, documentati – su cui questo film avrebbe potuto essere basato ma, invece, mette una donna nel ruolo, le dà tutti gli attributi di quegli uomini. Sembra antidonna. Presumere che le donne si comporteranno in modo identico agli uomini o diventeranno isteriche, pazze, significa perpetuare qualcosa che abbiamo già visto nei film così tante volte prima”.

Tár, scritto e diretto da Todd Field, è stato presentato in anteprima a Venezia lo scorso anno, dove ha ottenuto una risposta entusiastica. Martin Scorsese ha anche affermato di aver apprezzato il film. Ma, in un’epoca particolarmente sensibile alle tematiche di genere come quella attuale, l’osservazione sollevata da Marin Alsop, già oggetto di un documentario del 2021, The Conductor di Bernadette Wegenstein, rischia di gettare un’ombra particolarmente pericolosa e dannosa sull’immagine del personaggio interpretato da Cate Blanchett e per estensione anche sui possibili suoi meriti.