Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, la recensione dei primi episodi

Inizia alla grande la stagione della serie prequel di Prime

0
Il Signore degli Anelli: gli Anelli del Potere

Siamo all’inizio della prima stagione di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, 8 episodi che compongono la serie più attesa dai tanti fan delle trilogie realizzate da Peter Jackson a partire dalle opere immortali di J.R.R. Tolkien, e dello stesso autore britannico. Il 2 settembre inizia una esperienza che ci riporta nel passato di una saga immortale, e che terminerà – per ora – il prossimo 14 ottobre… e inizia alla grande, come vi raccontiamo di seguito:

LEGGI ANCHE: Gli Anelli del Potere, le star sul Red Carpet e all’After Party di Londra

IL FATTO – Siamo nella Seconda Era, quel periodo cioè che inizia subito dopo l’allontanamento dell’Oscuro Signore Morgoth dal mondo di Arda, dopo la sua sconfitta nella Guerra d’Ira. Trattandosi di un’epoca di 3441 anni, che termina con la prima sconfitta di Sauron grazie all’Ultima Alleanza tra gli Elfi e gli Uomini, è evidente che gli sceneggiatori Gennifer Hutchison, Jason Cahill e Justin Doble, collaborando alla scrittura della serie con gli showrunner Patrick McKay e John D. Payne, oltre a basarsi (come da contratto) sulle appendici del Signore degli Anelli, abbiano tratto spunti anche dall’Akallabêth, la quarta parte del Silmarillion, dove si parla dell’ascesa e della caduta del regno di Númenor. Per rendere godibile la serie anche a chi non conosce a fondo Tolkien si è scelto di porre al centro delle vicende la giovane Galadriel (Morfydd Clark), che incontriamo bambina affezionata al fratello maggiore per poi vederla donna combattiva e insofferente delle regole elfiche. La sua ostinata ricerca dell’origine del Male per estirparlo definitivamente dal mondo è uno dei motori narrativi della serie che, parallelamente, ci porta a visitare gli altri luoghi della Terra di Mezzo come Khazad-dûm, lo stupefacente regno dei nani che finalmente vediamo nel suo pieno splendore, dopo averlo conosciuto distrutto e infestato dagli orchi nei film di Peter Jackson.

LEGGI ANCHE: Il Signore degli Anelli, Gli Anelli del Potere nell’ultimo trailer prima dell’uscita

L’OPINIONE – La serie nasce come la più costosa della storia: sono stati pagati 250 milioni di dollari alla Tolkien Estate solo per aggiudicarsi il diritto di realizzarla e le otto puntate della prima di cinque stagioni hanno avuto un budget di 465 milioni. I fan puri e duri di Tolkien hanno accusato la produzione di presunti tradimenti al testo, non tollerando la presenza nella storia di personaggi non “canonici”, come la principessa dei nani Disa (Sophia Nomvete), l’esistenza di elfi, hobbit e nani multirazziali e il fatto che Galadriel sia mostrata come una guerriera. In realtà le prime due puntate sono godibilissime e sontuose, con il regista Bayona (The Orphanage, Jurassic World – Il regno distrutto) che entra facilmente nel mood visivo creato da Peter Jackson, divertendosi a inserire anche riferimenti spuri, da Lo squalo a Titanic. Gli Hobbit promettono di diventare un elemento chiave della serie, mentre l’amore “proibito” tra l’elfo silvano Arondir (Ismael Cruz Cordova) e la guaritrice umana Bronwyn (Nazanin Boniadi) non fa scandalo, visto che nel Signore degli Anelli era stato raccontato quello tra Aragorn e Arwen.

LEGGI ANCHE: Gli anelli del potere, ignorato dai produttori Peter Jackson risponde

SE VI È PIACIUTO GUARDATE ANCHE – Sette minuti dopo la mezzanotte (2016) e Jurassic World – Il regno distrutto (2018): il primo per scoprire quanto di sé Bayona abbia portato nella Terra di Mezzo, il secondo perché è l’esempio di come il regista spagnolo sappia inserirsi in universi visivamente predefiniti da altri.

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO
il-signore-degli-anelli-gli-anelli-del-potere-la-recensione-dei-primi-episodiThe Lord of the Rings: The Rings of Power Usa 2022 creatori Patrick McKay, John D. Payne regia J.A. Bayona Interpreti Morfydd Clark, Robert Aramayo, Owain Arthur, Sophia Nomvete, Nazanin Boniadi, Ismael Cruz Cordova, Charles Edwards, Markella Kavenagh, Dylan Smith, Peter Mullan, Daniel Weyman, Charlie Vickers, Benjamin Walker