Io, Plastica: il corto ambientalista contro la diffusione delle microplastiche

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Io, plastica

A che cosa si è ispirato per la realizzazione del cortometraggio?

Era l’ultima estate prima della pandemia da COVID-19 e passeggiavo in riva al mare, quando ho notato una busta di plastica consumata sotto la sabbia. Tirandola fuori (gesto rievocato nel corto) ho pensato a quanta microplastica mangiano i pesci e, quindi, noi. Da lì ho immaginato le future generazioni fatte di plastica, ripensando a film di fantascienza in cui, in un futuro distopico, esistono androidi umanoidi (“Io, plastica”, infatti, rimanda al film “Io, robot”)

 

Come può il linguaggio del cinema e dell’audiovisivo contribuire a smuovere le sensibilità di tutti e farsi parte attiva del cambiamento, per un futuro all’insegna della sostenibilità?

Il cinema è la settima arte, l’arte è bellezza, la bellezza stimola il pensiero. Questo passaggio è fondamentale per poter suscitare gli animi. Infatti, utilizzando il linguaggio dell’audiovisivo come mezzo di comunicazione, e nello specifico il cortometraggio, si possono infondere nuove idee basate sul rispetto nei confronti di ciò che ci circonda, dalle persone, agli animali, alla natura, denunciando comportamenti poco etici.

Poi, ogni artista trova il suo modus con cui esporre tali idee. Nei miei lavori, per esempio, ho sempre voluto usare un impianto narrativo che fosse d’impatto e provocatorio atto a stimolare una riflessione.