Si è tenuta questa mattina la conferenza stampa di presentazione del film La quattordicesima domenica del tempo ordinario di Pupi Avati in uscita il 4 maggio nelle sale. Nel cast troviamo Gabriele Lavia, Edwige Fenech, Massimo Lopez, Lodo Guenzi, Camilla Ciraolo, Nick Russo, Cesare Bocci.
«In questo film ci sono molti momenti che hanno a che fare con la mia autobiografia – spiega Avati. – Il ‘tempo ordinario’ nella Liturgia della Chiesa corrisponde alla primavera/estate, periodo in cui non ci sono grandi accadimenti se non che la gente si sposa, anzi si sposava. Io mi sono sposato il 24 giugno del 1964 ed ora la quattordicesima domenica del tempo ordinario, quindi già da questo si desume che parlo molto di me in questo film. Quello è stato il giorno più felice della mia vita. Nella mia filmografia ho avuto la sensazione che non ci fosse un film così sincero, ho praticato tutti i generi ma forse mancavano alcune confidenze».
Sulla scelta di riportare dopo sette anni Edwige Fenech sul grande schermo il regista ha commentato così:
«Credo che pensando a un clima ambientato negli anni 80, non potevo non scegliere Edwige. Nel momento in cui ci siamo confrontati con la produzione e ho proposto il suo nome, abbiamo suscitato un po’ di sconcerto: era anche una sorta di provocazione. É meraviglioso come nel proporre un nome così insolito produci una tentazione, ma anche preoccupazione. La stessa cosa è successa quando abbiamo scelto Pozzetto o Katia Ricciarelli.»
Edwige Fenech ha ringraziato Pupi Avati per la grande opportunità di tornare sul grande schermo dopo 7 anni:
«Non mi aspettavo più di tornare a fare cinema dopo sette anni, pensavo di aver chiuso. Mi erano arrivate delle proposte ma niente che mi potesse dare la voglia di tornare a recitare. Quando Pupi mi ha chiamato è stato un miracolo, ho pensato che i sogni si realizzano perché non me lo sarei mai aspettata. È un ruolo che volevo da molto tempo in questa fase della mia vita, non essendo più una ragazzina ma una donna matura. la telefonata di Pupi è stata una tale gioia che ho cominciato a saltare in casa per la felicità. Ringrazio il mio maestro Avati per aver pensato a me».