La storia, dal romanzo alla serie

In onda in 4 serate a partire da lunedì 8 gennaio in prima visione su Rai 1

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Jasmine Trinca, La storia

L’adattamento televisivo de “La Storia”, romanzo storico del 1974 scritto da Elsa Morante, è in onda in 4 serate a partire da lunedì 8 gennaio in prima visione su Rai 1. “Tutto nasce da una violenza sessuale di un giovane soldato tedesco su una donna incapace di difendersi”, dice Francesca Archibugi, regista e cosceneggiatrice della serie con Giulia Calenda, Ilaria Macchia e Francesco Piccolo. Come il romanzo, La storia diventa un affresco corale interpretato da Jasmine Trinca, Elio Germano, Asia Argento, Lorenzo Zurzolo, Francesco Zenga e con Valerio Mastandrea; prodotto Picomedia in collaborazione con Rai Fiction.

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“La storia”, il romanzo

“La storia” di Elsa Morante è ambientato nella Roma della Seconda guerra mondiale e dell’immediato dopoguerra, negli anni fra il 1941 e il 1947, e dipinge attraverso i suoi personaggi il ritratto di un’epoca e di una popolazione ferita. I quartieri romani martoriati dai bombardamenti e le borgate di periferia affollate da nuovi e vecchi poveri (San Lorenzo, Testaccio, Pietralata, il ghetto ebraico di Roma) e le alture dei vicini Castelli Romani, in cui si muovono i protagonisti della vicenda fanno da sfondo ad una narrazione realistica e al tempo stesso poetica.

Tutto ha inizio mentre l’Italia è ormai in guerra al fianco della Germania, in una giornata di gennaio del 1941, quando un soldato, Gunther, giovanissimo militare del Reich, scaricato a Roma e capitato per caso nel quartiere di San Lorenzo, si mette alla ricerca di un bordello, “non tanto per una voglia urgente e irresistibile, quanto, piuttosto, perché si sentiva troppo solo”.

È ubriaco e arrabbiato quando incontra Ida Ramundo vedova Mancuso, madre di un turbolento ragazzo quindicenne di nome Antonio, soprannominato Nino, e maestra elementare di origine calabrese. Sebbene battezzata, Ida sa di essere segretamente ebrea e nel vedere Gunther lo fissa “con occhio assolutamente disumano, come davanti all’apparizione propria e riconoscibile dell’orrore”. Il soldato violenta la donna, lasciandola incinta. Poco tempo dopo nasce un bambino gracile, ma dai grandi occhi azzurri: Giuseppe, ribattezzato “Useppe” dal fratello Nino. Di Gunther, che poco dopo perirà, la donna non avrà più alcuna notizia.

Nel 1943 Nino riesce a entrare a far parte di un battaglione di camicie nere in partenza per il Nord Italia. Qualche giorno dopo, un grosso bombardamento distrugge anche la casa di Ida a San Lorenzo, uccidendo il cane di Nino, Blitz, e lasciando Ida e Useppe senza dimora. I due trovano rifugio a Pietralata, in un ricovero per gli sfollati, insieme alla famiglia soprannominata I Mille.

In quel periodo Ida conosce l’orrore dei rastrellamenti degli ebrei del Ghetto di Roma. Poco tempo dopo, inaspettatamente, ricompare Nino, non più camicia nera ma partigiano comunista.

I Mille riescono poi a tornare nella loro città d’origine Napoli, ma il capofamiglia, soprannominato Eppetondo, muore tragicamente ucciso durante un’impresa partigiana. Ida, che nel frattempo ha ereditato una piccola somma di denaro tenuta nascosta da Eppetondo, insieme a Useppe si trasferisce in una stanza in affitto a Testaccio, presso la famiglia Marrocco, nativa della Ciociaria. Poco tempo dopo, si presenta anche Nino, che in questa occasione comunica alla madre, sconvolta, di aver scoperto le sue origini ebree.

All’inizio del 1946, a guerra ormai terminata, le notti di Useppe iniziano a essere tormentate da lunghi e spaventosi incubi, ma grazie ad un ricostituente il piccolo sembra ristabilizzarsi. Verso la fine dell’agosto dello stesso anno, Nino, divenuto segretamente contrabbandiere, si trasferisce per qualche giorno nell’appartamento con Ida e il fratellino. A novembre però Useppe viene colpito da un primo attacco epilettico, malattia ereditata dalla madre, e qualche giorno dopo, il primogenito Nino muore in un incidente stradale, a seguito di un inseguimento della polizia, lasciando Ida e il piccolo solo con Bella, pastore maremmano portato dal fratello maggiore al suo arrivo.

Alla madre e a suo figlio rimane la sola amicizia di Davide Segre, dissidente politicoe anarchico di origini ebraiche e borghesi, vecchio amico e compagno di Nino.

Sempre sotto gli effetti dell’alcol e di altre droghe, Davide è stroncato da un’overdose e muore nel suo appartamento, dopo aver aggredito verbalmente Useppe in uno dei suoi accessi violenti. Il bambino è sconvolto al punto da essere colpito da continue ricadute di attacchi epilettici, che lo conducono alla morte.

Alla vista del figlioletto morto, Ida impazzisce e si chiude in casa per paura che qualcuno glielo porti via. Quando arrivano le autorità, si trovano costrette ad abbattere Bella, che si para davanti a loro in atteggiamento aggressivo. Ida viene portata in un ospedale psichiatrico, dove morirà nove anni dopo.

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