Le Retour, prima di Cannes 2023 è tempesta sul film di Catherine Corsini

Il film in concorso al 76° Festival di Cannes accusato di illeciti e abusi sul set

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Catherine Corsini e Aïssatou Diallo Sagna

Nelle ultime due settimane Le Retour (Homecoming), il nuovo film di Catherine Corsini (Parigi, tutto in una notte, 2021) annunciato tra 13 lungometraggi aggiunti alla selezione ufficiale del 76° Festival di Cannes questa settimana, è stato sotto attacco da parte della stampa francese, accusato di mancanza di tutela dei minori, nonché il maltrattamento dei membri della troupe e dei giovani attori prima e durante le riprese del film in Corsica alla fine dello scorso anno.

Sembrava che le accuse avrebbero comportato l’esclusione del film di Corsini dalla kermesse francese in procinto di realizzarsi il prossimo mese, ma alla fine il titolo è stato aggiunto alla lista dei candidati alla prossima Palma d’oro a seguito di un’indagine sugli eventi.

Le Retour, la storia

Le Retour ritrova insieme la regista Corsini con Aïssatou Diallo Sagna, scoperta nel suo ultimo film Parigi, tutto in una notte. Qui l’attrice interpreta il ruolo di una donna che si reca in Corsica con i suoi ricchi datori di lavoro parigini per prendersi cura dei loro figli durante l’estate.

La donna è accompagnata dalle sue figlie adolescenti in un viaggio che le riporta sull’isola da cui anni prima in circostanze tragiche sono dovute fuggire. Mentre la madre lotta con i suoi ricordi, le ragazze intraprendono un’estate di divertimento e scoperta del loro passato.

Le Retour, le accuse

Al centro delle storie riportate dalla stampa francese c’era la questione in merito ad una scena di masturbazione in cui recitata da un’attrice esordiente che all’epoca aveva 15 anni e della quale la produzione avrebbe omesso di dare informazione agli organi preposti alla tutela di minorenni sul set.

Sembrerebbe che tale omissione da parte della produzione al Centro Nazionale del Cinema francese (CNC) e alla commissione che sovrintende alle produzioni che coinvolgono minori avrebbe avuto l’obiettivo di non perdere una cospicua somma in finanziamenti statali.

Anche il CNC ha denunciato l’accaduto alla Procura, ma non sono state sporte denunce individuali né contro la produzione né contro Corsini a nessun titolo.

Lettera aperta di Catherine Corsini

La regista francese Catherine Corsini e la sua produttrice Elisabeth Perez hanno pubblicato una lettera aperta in cui negano gli illeciti commessi sul set del prossimo candidato alla Palma d’oro di Cannes.

E-mail anonime e diffamatorie sono state inviate alla produzione e alla stampa, generando voci molto dannose per il film. Per fortuna, il più grande Festival del mondo si è preso il tempo per verificare attentamente la verità”, si legge nella lettera.

Perez ha affermato in precedenza che l’omissione della scena dalla sceneggiatura presentata nella domanda di finanziamento era stata un errore amministrativo.

Durante le riprese, Catherine Corsini ha aggiunto una scena tra due giovani attori, di 15 anni e mezzo e 17 anni. Anche se ciò fosse stato fatto in accordo con loro, avremmo dovuto dichiararlo – si legge – Non farlo costituisce violazione di legge e per questo la produzione è stata sanzionata dal CNC. Ma smettiamola con le fantasie. Gli adolescenti erano entrambi vestiti e la scena riprendeva i loro volti. Non ci sono stati contatti inappropriati tra i due, come è stato suggerito dalla stampa. Il cinema è l’arte della suggestione. I giovani lo hanno capito. Senza essere costretti in alcun modo, hanno rifiutato il coordinatore di intimità e le controfigure, che sono stati loro proposti con insistenza, per la fiducia che riponevano nel rapporto con la regista”.

La scena al centro della tempesta mediatica non è stata tagliata alla fine e la sua esistenza è venuta a galla dopo che i rappresentanti sindacali della troupe hanno chiesto un’ispezione del set da parte dell’ente per la salute e la sicurezza sul lavoro, il CCHSCT, a seguito di accuse di molestie e cattive condizioni di lavoro.

La lettera aperta di Corsini e Perez affronta anche alcune di queste accuse, affermando di essere sempre state “impegnate contro ogni forma di violenza e molestia sul set”.

Ci sono state due segnalazioni di presunti gesti inappropriati contro due membri dalla troupe che hanno portato a indagini interne, che sono state trasmesse al CCHSCT… Il CCHSCT ha potuto verificare che tutto era stato gestito correttamente“.

Un membro del cast, l’attore Denis Podalydès, ha aggiunto che le riprese si sono svolte senza incidenti e che Corsini era stata “accogliente” e “premurosa” sul set. “Ho partecipato a più di cento riprese e so cosa significa essere su un set lacerato da disaccordi, cose non dette e molestie – ha detto l’attore – Lo senti, lo capisci immediatamente: un set è poroso e trasmette le vibrazioni di tutto ciò che accade su di esso. In nessun momento durante la mia permanenza sul set ho assistito a un problema o mi sono sentito a disagio, al contrario”.

L’industria cinematografica francese divisa

La notizia di lunedì che Cannes aveva aggiunto il film alla competizione ha diviso l’industria cinematografica francese, suscitando espressioni sia di solidarietà per la produzione che di indignazione.

Il produttore Marc Missonnier, i cui crediti includono 8 donne e un mistero e Swimming Pool di François Ozon, nonché Marguerite di Xavier Giannoli, ha affermato che la mossa è stata un segno che il Festival è fuori dal comune. “È strabiliante vedere quanto il più grande Festival cinematografico del mondo sia disconnesso da ciò che sta accadendo oggi e vedere quanto l’intera questione dei limiti, soprattutto nel caso di scene di natura sessuale, sia ignorata dal cinema francese – ha scritto il produttore in un Tweet – Oggi con piena cognizione di causa, dopo tutti gli articoli apparsi, Thierry Frémaux sceglie di portare in Concorso un film problematico, sputando in faccia a tutti coloro che potrebbero avere il coraggio di denunciare fatti riprovevoli”.