Letizia Battaglia, scomparsa la fotografa dell’impegno e della bellezza

Se ne è andata irei la fotoreporter il cui lavoro divenne strumento di narrazione del sociale e di battaglia contro la Mafia

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Letizia Battaglia, la fotogiornalista italiana più premiata nel mondo (su di lei nel 2019 anche il film Shooting The Mafia, di produzione inglese), racconta per la prima volta la sua vita. E assieme alla giornalista d’inchiesta Sabrina Pisu, fa rivivere gli anni in cui la (sua) fotografia divenne strumento di narrazione del sociale e di battaglia contro la Mafia

Letizia Battaglia, 86 anni, palermitana, fotogiornalista talmente stimata a livello internazionale da essere inserita nel 2017 dal New York Times tra le “11 donne più influenti al mondo”, ha almeno un merito storico nei tanti passaggi della lotta alla Mafia e alla sua cultura: aver tolto finalmente quel chè di folkloristico (e paternalistico) all’idea del potere mafioso che ne costituiva una robusta arma di difesa. Lo ha fatto documentando con le sue fotografie l’orrore e la crudezza dei corpi straziati di tanti di quei 700 morti scatenati tra le vie di Palermo tra la fine degli anni ’70 e gli ’80 dalla cosiddetta “seconda guerra di mafia”. E quelli di magistrati, esponenti politici, poliziotti, carabinieri uccisi perché si opponevano a quel potere. L’ondata di sdegno, disgusto, che pian piano quelle fotografie, molte delle quali vennero pubblicate dall’Ora di Palermo, quotidiano del quale era diventata responsabile del servizio fotografico in un’epoca in cui per le donne non c’era vero spazio nel giornalismo italiano (figuriamoci per una fotografa), costituirono una base condivisa dall’opinione pubblica per una stagione di riscatto e legalità che portò ai due Maxiprocessi e poi all’esperienza della Rete palermitana. Da allora Letizia Battaglia ha continuato a fotografare povertà, ingiustizie, soprusi e bellezza. Divenendo un punto di riferimento internazionale.

Ora, finalmente, la sua storia diventa un racconto grazie al lavoro di un’altra giornalista d’inchiesta, Sabrina Pisu (in luglio ha ricevuto il Premio Cristiana Matano per un suo reportage per l’Espresso), che l’ha convinta ad aprirsi. E’ nato così il volume Mi prendo il mondo ovunque sia (Einaudi, 266 pagine, 19 euro), ritratto di una donna coraggiosa, che attraverso la fotografia e l’impegno ha cambiato il suo destino e trovato se stessa, e per la quale “sporcarsi le scarpe di sangue”, quello delle vittime della Mafia, perché la gente conoscesse la verità, è diventato una ragione di vita, nonostante l’immenso rischio personale che ha corso per tanti anni. “Quando le ho proposto di raccontarsi – ha detto la Pisu – mi risposto: «Va bene, ma la mia avventura non è ancora finita»”. Mi prendo il mondo ovunque sia è già alla terza ristampa. Su Letizia Battaglia sta per essere realizzata anche una fiction Rai.