L’imprevedibile viaggio di Harold Fry, la recensione

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IL FATTO — Harold è un uomo qualunque, che ha sempre vissuto senza prendere iniziative e restando in disparte. Un giorno scopre che una vecchia amica è molto malata e decide di andarla a trovare attraversando a piedi l’Inghilterra per centinaia di chilometri. Certo che il suo eroico gesto la terrà in vita, Harold Fry, contro il parere di sua moglie Maureen, intraprende un incredibile viaggio che farà notizia, conqui- stando l’intera nazione.

L’OPINIONE — Affascinata dal romanzo di Rachel Joyce (autrice anche della sceneggiatura del film), che affronta temi universali come lutto, perdita, senso di colpa, desiderio di cura, Hettie Macdonald dirige un poetico, improbabile, malinconico, spesso emozionante road movie “grey pound” (destinato cioè a un pubblico anziano), affidandosi al volto e al corpo un po’ ammaccato di Jim Boadbent (già scelto per leggere l’audiolibro in occasione dell’uscita del romanzo) e agli straordinari paesaggi inglesi che mutano con passare del tempo e dei chilometri, sempre in sintonia con lo stato emotivo del pellegrino laico. Tra ostacoli da superare e inaspettati incontri, passo dopo passo, solo con se stesso, Harold comincia a riflettere sulla propria vita, la famiglia, il tormentato figlio David e un’esistenza educata, trattenuta, che nulla ha concesso all’irrazionale, pronto a esplodere però con un gesto che ha a che fare con la speranza, la fede e la celebrazione della vita. Per la cronaca: nel 1974 Werner Herzog andò a piedi da Monaco a Parigi, convinto che solo così avrebbe potuto contribuire alla guarigione della critica cinematografica e poetessa Lotte Eisner impegnata a lottare contro una grave malattia. La donna sopravviverà per altri 10 anni.

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