Lino Banfi premiato al LIFF10: «Vieni avanti cretino e Il commissario Lo Gatto tra i miei film più importanti»

L'attore è stato l'ospite speciale del LIFF10 - Lamezia International Film Fest

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Lino Banfi è stato protagonista della serata di apertura del LIFF10 – Lamezia International Film Fest, dov’è stato insignito del Premio Ligeia Esordi d’Autore e omaggiato con una mostra a lui dedicata per celebrare gli innumerevoli successi e la sua carriera costellata di momenti indimenticabili. Ne abbiamo parlato con lui, qualche ora prima di ricevere il Premio.

Quali sono i film che più importanti della sua carriera secondo lei? 

«Sono quelli che hanno rappresentato delle tappe importanti: Vieni avanti cretino, che è una mia creatura, scritto da me e diretto Luciano Salce e Il Commissario Lo Gatto di Dino Risi girato a Favignana in Sicilia. Durante le riprese ho compiuto 50 anni».

Il Commissario Lo Gatto che nel corso degli anni è diventato un cult estivo trasmesso sempre in tv.

«È stato un salto di qualità rispetto alle mie commedie. Ricordo con piacere il fatto che la troupe ha festeggiato i miei 50 anni regalandomi una Pellicola d’Oro che mi ricorda molto il premio che oggi mi ha donato la Regione Calabria. Lavorare con Dino Risi fu un passo in avanti nella mia carriera visto che aveva diretto i miei maestri prima di me. Ricordo che mi disse: “Peccato che non ti ho conosciuto prima, avremmo potuto fare tantissime cose insieme”. Fu molto bello perché stavo raggiungendo una vetta che mi piaceva raggiungere». 

Quali sono i suoi prossimi progetti?  

«Sicuramente sarò ospite in televisione di alcuni programmi importanti. Proprio oggi con il Presidente della Regione Calabria stavamo preparando di una fiction o un film da girare qui in Calabria».

Qualche settimana fa Jerry Calà ha postato una foto con lei per i 40 anni di Al Bar dello Sport. Che ricordi ha di quel film? 

«Francesco Massaro è stato molto bravo, era il regista giusto per quel tipo di film. A quell’epoca in ogni città c’era un Bar dello Sport dove si parlava e si litigava di calcio, specialmente di lunedì: c’era bisogno di un film così. Ricordo con piacere di aver girato a Torino dove ho molto parenti visto che mio fratello più grande viveva li. Fu un bel film e una bella rimpatriata».

Visto che stiamo parlando di calcio, da dove ha preso ispirazione per interpretare Oronzo Canà? 

«L’idea fu del grande Nils Liedholm. Ci incontravamo spesso in aereo sulla tratta Roma-Milano e parlavamo spesso di calcio. Ad un certo punto mi disse, “Perchè non fai un personaggio basato sull’allenatore Oronzo Pugliese. Lo conosci?”. “No”, gli risposi. Poi lui mi spiegò che era un allenatore del Bari che lui aveva conosciuto. Subito dopo parlai con Sergio Martino e l’idea gli piacque. Non potevamo chiamarlo con il vero nome quindi pensammo al cognome Canà. Così mia moglie Mara diventò Mara Canà e siamo andati a girare al Maracanà di Rio de Janeiro».