Maestro, la recensione del Bernstein di Bradley Cooper

Su Netflix dal 20 dicembre

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Bradley Cooper e Carey Mulligan, Maestro

Presentato in concorso alla 80ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Maestro è la nuova impresa da regista dell’attore Bradley Cooper, dopo il suo esordio in A Star Is Born (2018), che vedeva protagonista Lady Gaga. Una storia d’amore che parte nuovamente dalla musica, ma questa volta si parla di quella sinfonica creata e realizzata dal maestro – appunto – Leonard Bernstein, probabilmente uno dei più importanti compositori e direttori d’orchestra statunitensi della storia, nonché noto autore della colonna sonora del musical West Side Story. Dopo una limitata distribuzione nelle sale statunitensi, Maestro è ora approdato su Netflix.

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IL FATTO

Il racconto ha inizio con Leonard Bernstein (Bradley Cooper) venticinquenne nel momento in cui riceve la notizia che darà una svolta alla sua carriera: dovrà sostituire Bruno Walter alla direzione della New York Philharmonic. Alla Carnegie Hall ottiene il suo primo grande successo come direttore d’orchestra. Tre anni più tardi Bernstein conosce l’attrice Felicia Montealegre (Carey Mulligan), che sposerà qualche anno più tardi. A trentasette anni Bernstein è un direttore d’orchestra e compositore affermato, vive con la moglie e i figli a Broadway e miete successi, ma la sua vita privata comincia ad andare in crisi a causa della sua malcelata omosessualità. Dopo aver inutilmente cercato di minimizzare i pettegolezzi, Leonard e Felicia si lasciano. Bernstein va a convivere con il direttore d’orchestra Tom Cothran, ma quando alla moglie viene diagnosticato un tumore metastatico in fase terminale, il grande maestro torna da lei e le resta accanto fino alla morte.

L’OPINIONE

La sinossi ufficiale scelta per presentare il film alla Mostra del Cinema di Venezia è probabilmente la sintesi più chiara e onesta del film: “Maestro è un’imponente e impavida storia d’amore che ripercorre la relazione durata una vita tra Leonard Bernstein e Felicia Montealegre Cohn Bernstein. Maestro non è solo una dichiarazione d’amore alla vita e all’arte, ma essenzialmente una rappresentazione emotivamente epica di famiglia e amore”.

In essa sono racchiusi pregi – e potenziali difetti – di un’impresa in sé imponente. Raccontare la vita di un personaggio tanto complesso e considerevole come Leonard Bernstein era una sfida anche superiore a quella precedente di Cooper di cimentarsi con il remake di un classico della storia del cinema come È nata una stella (1937) da William A. Wellman, già rifacimento di un musical di successo del 1954 con Judy Garland e del film, ancor più noto, del 1976 che vedeva Barbra Streisand protagonista.

Va detto che Cooper ha dalla sua ottime doti di regia e soprattutto una confermata abilità nello scegliere e dirigere le sue protagoniste femminili. Se con Lady Gaga in A Star Is Born era stato capace di presentare al mondo l’altra faccia di una stella, che si è fatta conoscere anche come eccellente interprete oltre che cantante di successo, in Maestro la scelta di Carey Mulligan per il ruolo fondamentale di Felicia Montealegre si è rivelata vincente.

Bradley Cooper, nei panni del maestro Leonard Bernstein, e Carey Mulligan insieme formano una coppia assolutamente riuscita, il che costituisce uno dei più grandi pregi del film. La loro relazione d’amore, controversa, ostacolata da circostanze e difficoltà esterne e interne, resta il cuore magnetico di tutto il racconto. La loro intesa rapisce, i loro contrasti suscitano rabbia e l’epilogo finale emoziona. Se l’obiettivo narrativo del racconto, come espresso nella sinossi, era quello di offrire una “rappresentazione emotivamente epica di famiglia e amore” si può dire che in questo senso Copper sia quasi perfettamente riuscito nelle sue intenzioni.

Ho capito che l’aspetto più interessante e toccante per me era il matrimonio tra Lenny e Felicia. Era un amore non convenzionale e sincero, che trovavo estremamente intrigante. Ed era questa la storia che ho voluto raccontare”, conferma Bradley Cooper, che con il suo uso alternato del bianco e nero e dei colori accompagna anche visivamente la continua mescolanza di emozioni calde e fredde, tra ricerca di serenità e tormento, che caratterizzano la storia.

Tuttavia, Leonard Bernstein, nonostante la sua travagliata e per certi aspetti significativa vita privata, resta prima di tutto una delle figure più importanti del panorama musicale e Maestro sembra aver trascurato parecchio le emozioni musicali che ci si sarebbe aspettati di ricevere da una storia su di lui. Tranne alcuni passaggi del film in cui, con eccellente realismo, il Bernstein di Cooper si cimenta nelle sue magistrali performance di direttore di orchestre magnifiche, il racconto sembra ignorare quasi del tutto gli aspetti professionali della prolifica carriera musicale dell’artista che è stato.

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Il già citato A Star Is Born di Bradley Copper, che nel 2019 fu candidato a 8 premi Oscar, consentendo a Lady Gaga di vincere quello per la Migliore canzone originale, “Shallow”, e Tár (2022) di Todd Field, in cui una straordinaria Cate Blanchett interpreta una direttrice d’orchestra di fama mondiale.

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RASSEGNA PANORAMICA
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