Mira Sorvino a L.A. Italia ‘24: «Vorrei il passaporto italiano come papà»

L'attrice premio Oscar a L.A. Italia nel mito di suo padre Paul

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«Vorrei avere anche io il passaporto italiano come ci riuscì mio padre Paul Sorvino. Spero di riuscirci presto!» a parlare è l’attrice Mira Sorvino a margine del Gala del festival “L.A., Italia 2024” organizzato col sostegno del MiC e di Intesa Sanpaolo, all’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles, dove Sorvino è stata premiata dalla produttrice Raffaella de Laurentiis, chairperson della manifestazione fondata da Pascal Vicedomini.

«Ricordo l’emozione di Papà quando sbarcammo per la prima volta a Napoli per andare al festival ‘Capri, Hollywood’. Era il 2001 e papà era tanto commosso – aggiunge la Sorvino  – Fu un viaggio magico al punto da ispirarmi l’idea di sposarmi proprio a Capri con mio marito Chris Backus (nell’estate 2023, ndr). Un matrimonio che preparammo sin dal Capodanno precedente quando tornammo sull’isola di Tiberio per il Convegno degli artisti italiani nel mondo promosso dall’allora ministro Mirko Tremaglia»

L’occasione della 19esima edizione di “L.A., Italia”, il festival italiano a Hollywood, che precede gli Academy Awads, stimola a Mira Sorvino (premio Oscar 1995 per il film La dea dell’amore di Woody Allen), anche il ricordo della visita fatta “N’cop o’ Vomero” come era solito sottolineare suo padre Paul quando parlava della città da cui erano partiti per gli USA, all’inizio del secolo scorso, i suoi genitori alla ricerca di u futuro migliore. “L’Italia è nel mio DNA e spero vivamente che anche i miei figli si innamorino del mio Paese d’origine così come lo era mio padre e lo sono io” conclude Mira Sorvino mostrando orgogliosa la maschera di Pulcinella (realizzata dall’artista Lello Esposito) assegnata da “L.A., Italia Festival” a tutti i grandi artisti premiati, sin da prima edizione nel 2006.

E ad essere onorati l’8 marzo in California dal Console Generale d’Italia Raffaella Valentini c’erano, insieme a Mira e a alla De Laurentiis, l’inglese Trudie Styler, premiata insieme al collega produttore Andrea Iervolino, per il rispettivo impegno a favore di comunità che vivono a margine della società internazionale ‘cosiddetta civilizzata’ (lei, Trudie, presidente della Rainforest Foundation pro Amazzonia; lui, il produttore Italo canadese impegnato altresì alla valorizzazione delle eccellenze africane attraverso documentari realizzati per la piattaforma data TaTaTu).

Presenti e premiati nel Festival, patrocinato dai Ministeri degli Esteri, del Turismo e delle Imprese e Made in Italy, anche, la regista Rory Kennedy (figlia dell’ex senatore democratico Robert Kennedy), l’attrice Madalina Genea, (reduce dal successo del film ‘Deep Fear’ e accompagnata al gala dal attore Billy Zane (Titanic) e ancora le registe Michele Danner (che ha presentato in anteprima mondiale la commedia “The Italians”) e Ilaria Borrelli (premiata per “The Goat”). E poi ancora tanti italiani come l’attore e produttore Luca Barbareschi, i registi Edoardo De Angelis e Brando De Sica, gli attori Francesco Mandelli e Edoardo Costa, lo sceneggiatore premio Oscar Nick Vallelonga, il Dp Massimo Zeri, le attrici Sofia Milos, Caterina Milicchio ed Antonella Salvucci che ha presentato la serata col direttore dell’Istituto Italiano di Cultura Emanuele Amendola.

La manifestazione era stata inaugurata il 3 marzo con la premiazione di Matteo Garrone e degli attori di Io capitano (a cura di Franco Nero), di Lina Sastri (che ha presentato in anteprima mondiale il film La casa di Ninetta), di Dennis Dellai (col film 800 giorni) e di Anselma Dell’Olio (con il suo documentario Enigma Rol).