Giorgio Giampà, intervista all’unico italiano nominato agli Oscar latinoamericani

0

C’è anche un italiano tra i nominati ai Premi Fenix, gli Oscar latinoamericani che saranno assegnati domani a Città del Messico. È Giorgio Giampà, che si è già aggiudicato la nomination con la colonna sonora di Tiempo Compartidoil film del messicano Sebastián Hofmann che ha vinto il Premio Speciale della Giuria per la Miglior Sceneggiatura all’ultima edizione del Sundance Film Festival. Giampà era già stato nominato anche ai Ciak d’Oro 2017 per le musiche di Fraulein di Caterina Carone Il Padre d’Italia di Fabio Mollo.

GIORGIO GIAMPÀ: L’INTERVISTA PER CIAK

Dopo aver lavorato alla serie tv Il Cacciatore e ai film La profezia dell’armadillo di Emanuele Scaringitratto dall’omonimo fumetto di Zerocalcare, Giampà concorre agli Oscar latini con Tiempo Compartido (Time Share). La colonna sonora è disponibile su tutte le piattaforme digitali, con l’etichetta hollywoodiana Varèse Sarabande, che ha già pubblicato colonne sonore capolavoro e protagoniste agli Oscar come Ghost di Maurice Jarre, Kung Fu Panda 2 di Hans Zimmer,Blue Velvet di Angelo Badalamenti, ma anche le colonne sonore che Ramin Djawadi ha scritto per la serie tv Game of Thrones.

L’ISPIRAZIONE PARTE DA BRUEGEL

L’idea che sta dietro la musica di Tiempo Compartido nasce davanti ad un quadro di Bruegel: “Mi ero incontrato con Sebastián a Rotterdam per parlare del film e siamo entrati in un museo di arte fiamminga per cercare ispirazione. Di fronte a La Torre di Babele gli ho detto: ‘Ecco, questo è il film!”, ha spiegato Giampà. Il quadro ritrae una gigantesca torre piramidale sulla quale vagano degli esseri umani dalle dimensioni insignificanti visti da un occhio distante e fluttuante. Sono insignificanti anche gli avventori del “paradiso tropicale” che nel film di Hofmann corrono all’interno del resort composto da due grandi strutture piramidali, “felici” come criceti in una ruota, senza essere coscienti del loro unico e vero ruolo, muovere l’ingranaggio del capitalismo. “Ci è venuto in mente di chiedere alla musica di rappresentare quell’occhio distante, qualcosa che nel film non si vede. È l’occhio del capo sadico che ci guarda e ride dall’ultimo piano? È l’occhio di quell’1% di esseri umani bramosi che posseggono gran parte della ricchezza e del potere? O è l’occhio della Natura che ci guarda e ci deride, si gode lo spettacolo degli sciocchi esseri umani che si inerpicano verso l’estinzione?”, ha concluso il compositore.