E fanno nove. Tanti sono i capitoli che compongono dal 18 febbraio 2022 la lunga saga di The Texas Chainsaw Massacre, in Italia meglio noto come Non aprite quella porta. Sono passati quasi cinquant’anni da quando Tobe Hooper ci feve fare conoscenza con la famiglia più sanguinaria d’America.
Dal 1974 a oggi ci sono stati sequel, prequel, reboot, con una manciata di attori che sarebbero poi diventati universalmente famosi che si sono fatti massacrare dalla sega elettrica o in altre fantasiose guise. Matthew McConaughey, Renée Zellweger, Jessica Biel, Matt Bomer erano agli inizi delle loro carriere, non tarpate per fortuna.
Chissà se avranno uguale fortuna i protagonisti di questo nuovo reboot, progettato inizialmente per l’uscita in sala, ma che alla fine arriverà direttamente su Netflix.
L’azione questa volta si svolge ai giorni nostri, i giovani protagonisti, o vittime sacrificali, come preferite chiamarli, sono Melody (Sarah Yarkin) e la giovane sorella Lila (Elsie Fisher), che hanno scelto Harlow, Texas, come sede per un nuovo innovativo business. Il perché lo sa Dio. Le accompagnano in questo viaggio gli amici Dante (Jacob Latimore) e Ruth (Nell Hudson).
Quella che doveva essere la gioiosa inaugurazione di una successiva fase delle loro vite si trasforma ben presto in un incubo senza fine. La loro colpa è naturalmente quella di avere disturbato Leatherface, che nonostante l’età avanzata continua a essere l’inquietante presenza che da tutta la vita infesta quell’area rurale del Texas.
Per fortuna c’è qualcuno che è deciso a porre fine una volta per tutte a questa follia: Sally Hardesty (Olwen Fouéré), l’unica sopravvissuta al massacro del 1973.
Visto il successo della formula della nuova trilogia di Halloween, con il ritorno di Laurie Strode nei panni della cacciatrice e non più della preda, anche la saga di Non aprite quella porta cerca di trovare nuove strade per sopravvivere, possibilmente anche a lungo. D’altronde come accade per tutti i franchise horror, tutto dipende dalla popolarità dell’assassino.
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Leatherface non ha mai raggiunto il valore intrinseco, inteso proprio dal punto di vista commerciale, di Michael Myers, Freddy Krueger o Jason Voorhes (Venerdì 13, per chi non lo sapesse). I personaggi di The Texas Chainsaw Massacre nascono da un’urgenza politica e sociale, quando Tobe Hooper e Kim Henkel li crearono gli Stati Uniti erano in un periodo di recessione, stavano affrontando la disfatta in Vietnam ed era appena scoppiato il caso Watergate. Faccia di cuoio, l’autostoppista, il cuoco e tutta l’allegra famiglia erano la risposta sottoproletaria alla borghesia WASP.
Un’opera sovversiva, come quasi sempre è l’horror, soprattutto quello più estremo, che ebbe un grande successo e che lo stesso Hooper, nel commento di una delle edizioni dvd, dichiarò che avrebbe voluto fosse un film per tutti. Poi gli è presa un po’ la mano.
Cast di belle speranze. Nell Hudson è nota soprattutto per la sua partecipazione alla serie Victoria, mentre Elsie Fisher ha addirittura una nomination al Golden Globe nel curriculum, come protagonista dell’ottimo Eight Grade (ed è anche la voce inglese di Masha e Orso). Jacob Latimore è uno dei protagonisti dell’acclamata serie Showtime The Chi. Ciliegina sulla torta la presenza di Alice Krige, amatissima dagli appassionati del genere, mentre Olwen Fouéré la vedremo presto in un ruolo chiave in The Northman, l’epica avventura vichinga firmata da Robert Eggers.
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Dietro la macchina da presa troviamo David Blue Garcia, al suo secondo film dopo l’interessante esordio Tejano. Garcia ha sostituito i fratelli Ryan e Andy Tohill, il cui lavoro delle prime settimane non aveva soddisfatto la produzione.
