Pupi Avati, il regista del prossimo Dante riceve il premio Sergio Amidei

A Gorizia, la consegna dell'importante riconoscimento

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Pupi Avati

Annunciato lo scorso luglio in occasione della sessione estiva della 40a edizione del Premio “Sergio Amidei”, il Premio Opera d’Autore 2021 è stato assegnato a Pupi Avati. Che ha incontrato il pubblico nell’ambito di un evento al Palazzo del Cinema / Hiša filma nel quale il regista del prossimo Dante ha anche presentato il proprio romanzo “L’altra fantasia” e che si è chiuso con la proiezione del suo ultimo Lei mi parla ancora.

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“Sono molto felice di ricevere questo importante premio – ha dichiarato Avati. – Sergio Amidei, nella classifica degli sceneggiatori italiani del dopoguerra e non solo, rappresenta probabilmente il numero uno. E il fatto di averlo così tanto apprezzato e conosciuto, rende questo premio ancora più gradito”.

Questa la motivazione:

“A Pupi Avati, cineasta e scrittore che ha attraversato con i suoi lavori 60 anni di storia cinematografica italiana esprimendosi sempre con grande autonomia artistica e sviluppando un vero e proprio universo personale. Narratore della società italiana, fra tradizione e modernità, tra cultura rurale e urbana, ma anche sperimentatore di generi diversi e grande scopritore di attori. Autore generoso, mai esausto, di opere sempre nuove in termini narrativi e la cui longeva carriera non finirà di stupirci”.

Avati segue i Fratelli Dardenne, Margarethe Von Trotta, Mario Martone, Silvio Soldini e Carlo Verdone, solo per ricordare i più recenti vincitori dell’importante riconoscimento. Che riporta sotto i riflettori l’opera del regista bolognese, prossimo a presentare il suo Dante, recentemente inserito tra i titoli Rai Cinema e 01 Distribution, e del quale abbiamo già scoperto tanto Dante e Beatrice quanto il Boccaccio di Sergio Castellitto.

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“Ricordo di aver cenato con lui una volta a casa Tognazzi, seduto al suo fianco – ha concluso il premiato, ricordando Amidei. – C’erano anche personaggi del calibro di Marco Ferreri, Elio Petri, Mario Monicelli, e a capotavola c’era proprio lui. Questo fa capire quanto era considerato non tanto da me, ma dal mondo del cinema italiano. Quello che diceva Sergio Amidei era la Costituzione”.