Il regista Pupi Avati, all’età di 82 anni, sta portando avanti la sua battaglia per realizzare un film sulla vita di Dante Alighieri: ora ne ha parlato alla 25° edizione del Capri, Hollywood- The International film festival.
Dice così Avati:
“Gli italiani dovrebbero richiedere a gran voce un film su Dante, pretenderlo. Chi poi lo girerà è secondario. Ma perché sono solo io a portare avanti questa battaglia? Molte cose sono misteriose in Dante, di cui non abbiamo neppure un manoscritto. Il fatto che Rai cinema sia ‘sbloccata’ è importante, ma non sufficiente. E’ una produzione in costume, complessa, il cinema italiano non affronta da tempo una cosa del genere, e questo mi preoccupa molto. Non so quando partiremo: chiedetelo al ministro Franceschini.”
“Credo che debba gran parte della sua poetica al dolore, la più grande scuola della vita. Basti ricordare che a 5 anni perse la madre, poi l’ingiustizia dell’esilio…crivere un film su di lui, con la sua conoscenza sconfinata, è un’esperienza da far tremare i polsi. Io mi ci sono accostato con estrema umiltà.”
Il regista nel 2020 ha finito di girare a Ferrara il film “Lei mi parla ancora“, tratto dal romanzo del padre di Vittorio ed Elisabetta Sgarbi, interpretato da Renato Pozzetto e che vedrà l’uscita nel corso di quest’anno appena iniziato.