Talenti da brivido, i piani horror di Pupi Avati dopo “la morte della commedia”

Con lui Paolo Strippoli, Andrea Corsini, Federico Russotto, Sergio Stivaletti e Paola Randi

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Talenti da brivido, Ferine e Pupi Avati
Ferine di Andrea Corsini

“Straordinario”, “davvero straordinario” è il corto Ferine dal quale Andrea Corsini sta cercando di trarre la sua opera prima e con il quale si apre l’incontro Talenti da brivido – Dialoghi sull’horror italiano a cura del Gruppo Regione Lazio del SNCCI e condotto da Anna Maria Pasetti e Raffaele Meale. La dichiarazione, spontanea ed entusiastica, è di Pupi Avanti, ospite d’onore dell’evento che metteva a confronto diverse generazioni di registi, giovani e non, esordienti o in attesa di esserlo, come Sergio Stivaletti, Paola Randi, Paolo Strippoli e Marina Marzotto (produttrice del suo Piove), Valentina Bertuzzi, Federico Russotto (del quale è stato proiettato il cortometraggio Reginetta) e, appunto, Andrea Corsini.

“Mi ha profondamente colpito la capacità mostrata – dice ancora Avati al regista del corto presentato alla Settimana Internazionale della Critica di Venezia. – Mi hai fortemente coinvolto, quell’attrice è la forza del film e l’hai diretta benissimo. E cosa più importante, hai un tuo sguardo.

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Un elemento importante per i film di genere, come ribadisce ancora il Maestro bolognese di La casa dalle finestre che ridono e Il signor Diavolo, “per i quali è richiesta una identità forte, ma anche una conoscenza del mezzo e un rispetto delle loro regole basilari, ingredienti di questo tipo di cucina, di questo tipo di menù, che vanno rispettati. Si deve produrre inquietudine, e Corsini l’ha prodotta in modo fantastico, il finale è meraviglioso.

“C’è una idea che coltivo da tempo e che condivido con altri colleghi a me più vicini anagraficamente”, continua Avati ricordando il cinema “fatto negli anni ’70, poi nobilitato definendolo gotico, che preferisco al termine horror”, che “ha dato grandi soddisfazioni, anche a livello commerciale, viste le distribuzioni estere specializzate nel genere horror italiano”. Una “idea” della quale aveva parlato anche con lo scomparso Ruggero Deodato e che prevederebbe “di proporre una linea produttiva che ricandidi il genere a livello anche ministeriale, una sorta di premio a chi si propone di dare continuità a quello che facemmo e che continuiamo a fare, anche perché io sto per girare un altro film di questo genere, non mi sono certamente ritirato”. Soprattutto di “assemblare un gruppo di persone che possa creare un listino del tutto speciale, con un indirizzo del tutto speciale, che si rivolga a un pubblico del tutto speciale”, qualcosa “che in questo momento potrebbe sembrare utopico, ma che ritengo possibile grazie finalmente alla morte della commedia. Ché si sono estinti quelli che stavano seduti su quella corta panchina, dalla quale in undici attori si dividevano tutti i film che si facevano in Italia. Per fortuna dopo il Covid c’è stata una forma di resipiscenza, per la quale solo certi film di una certa qualità riescono oggi a suscitare attenzione”.

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talenti da brivido

E chissà se anche i più giovani colleghi presenti potrebbero far parte della cosiddetta “pattuglia di pazzi che potrebbe suscitare anche da parte dei media una attenzione speciale” e offrire un “marchio di qualità” in grado di superare il pregiudizio che sembra a volte patire la serialità e il cinema italiani, in particolare quello di genere appunto. Magari a partire dai prossimi film di Paolo Strippoli o dei vari Federico Russotto, Valentina Bertuzzi e Andrea Corsini tutti in lavorazione, in stadi diversi del loro esordio

“Da bambino mi piaceva fare piccole riprese, sporcandomi le mani, creando il sangue – racconta il regista di A Classic Horror Story e Piove. – A Carnevale compravo il sangue finto, mi piaceva anche berlo e mi colpiva che fossero quasi tutti liquidi commestibili. Mi faceva impazzire! Ne bevevo tanto! Penso che tutti partiamo con l’idea di un gioco iniziando a fare questo lavoro, e l’horror è un genere in cui si gioca tanto, ma poi ci si costruisce sopra. E invece c’è un grande pregiudizio, da parte del pubblico più adulto, che questo sia un genere di serie B, di puro intrattenimento, e basta”.

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“Abbiamo un nuovo film in sviluppo avanzato, che avevo nel cassetto da un po’ di anni in cui un’altra famiglia sarà gettata all’Inferno, un viaggio che spero sarà eccitante, per noi e per chi lo vedrà – continua. – Un horror che si insinua piano piano e che ha alla base un’epica familiare, vent’anni di storia di una famiglia barese che vedremo bella e perfetta, ma alla quale lentamente succederà qualcosa…”. Che dovrebbe intitolarsi L’estranea e che insieme a L’angelo infelice, è uno dei due progetti “finalmente pienamente miei”, come dice Strippoli, che il pugliese sta sviluppando.

Per gli altri – compresa Paola Randi (“ho scritto un thriller horror di Natale, vediamo se me lo faranno fare”) – c’è da incrociare le dita. “Il film con cui vorrei esordire non è un horror in partenza, ma un film sportivo tratto dal mio corto di due anni fa, L’avversario – racconta Federico Russotto, intenzionato ad avvicinarsi ai suddetti codice del genere. – A spingerlo verso il thriller psicologico, verso atmosfere più cupe. Un avvicinamento, magari, per arrivare a fare un horror vero e proprio, visto che ho tante idee che vanno in quella direzione”.

E se Valentina Bertuzzi, che sta per girare la terza stagione di Cfush per la Rai, rivela di essere “in chiusura e spero in dirittura d’arrivo con i miei produttori con un film thriller horror sul quale ci sono interessi internazionali, L’occhio del coniglio, Andrea Corsini conta di andare sul set nella Primavera del 2024 con il suo Beasts of Prey (titolo internazionale del lungometraggio tratto proprio dal Ferine tanto apprezzato), già selezionato dal programma Cannes Frontieres.

“Stiamo lavorando con EDI – Effetti Digitali Italiani e abbiamo già iniziato a fare dei sopralluoghi, delle pre-visualizzazioni, ma la co-produzione con l’estero c’è già” – con la Paloma danese di Damgaard Hansen e Eli Ruiz (Triangle of Sadness) – e potremmo finalmente vedere il dramma psicologico con elementi horror che già promette “un’intrigante brutale e profonda immersione nei meandri della natura umana”.