Rapiniamo il duce, la banda scalcagnata di Renato De Maria

Parlano i protagonisti del film Netflix presentato in anteprima alla Festa del Cinema

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Una banda di «improbabili scalcagnati» che cerca di fare il colpo della vita, ovvero intrufolarsi nella cosiddetta “zona nera” per rapinare l’oro di Mussolini sul finire della Seconda Guerra Mondiale a Milano. Sono loro i protagonisti di Rapiniamo il Duce, l’ultima fatica di Renato De Maria presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma prima di approdare su Netflix dal 26 ottobre.

De Maria torna al cinema di genere dopo il gangster Lo spietato, in cui aveva diretto Riccardo Scamarcio, e il doc Italian Gangstersda cui è partita l’effettiva scintilla per raccontare questa nuova storia, un heist movie con l’avventura di Indiana Jones: «Volevo fare un film di rapina – spiega il regista – Avevo studiato diverse biografie dei gangster degli anni ’40 e ’50 a Milano, tra cui il personaggio del Bandito dell’Isola, che poi abbiamo sfruttato anche per questo film. Siamo partiti dalla leggenda del tesoro di Mussolini, che effettivamente era rimasto a Milano per 10 giorni, prima del suo tentativo di espatrio. Quando poi lui è stato arrestato, il tesoro è sparito, ed è rimasta la leggenda».

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I personaggi

Nei panni di Isola, il capobanda nonché mente della rapina, troviamo Pietro Castellitto, di di ritorno in un film ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale ad un anno di distanza da Freaks Out. «Non ho avuto particolari reference a cui ispirarmi. È un genere di film con il quale un po’ tutti noi siamo cresciuti. Il cinema di genere è quello che quando sei piccolo guardi e ti arriva subito. Se conservi uno sguardo puro nei confronti della tua infanzia, non puoi non amarlo, però tendenzialmente siamo più abituati a vederlo, che farlo. La sfida più grande è stata cercare di veicolare la materia narrativa senza perdere la psicologia del personaggio». 

Più d’ispirazione, invece, è stato il lavoro fatto per i due personaggi femminili, quello di Yvonne, interpretato da Matilda De Angelis, e la Nora di Isabella Ferrari: «Il mio personaggio ha delle reference ingombranti – racconta la Ferrarida Doris Duranti a Sul viale del tramonto, Crudelia De Mon, fino a Sharon Stone in Basic Instinct, per come fuma la sigaretta. Ho amato tanto il personaggio di Nora, è storico, ma ha dei tratti moderni. Non mi era mai capitato di interpretare una canaglia e ci voleva in questo punto della mia carriera. Mi sono appoggiata sul suo desiderio di riscatto e poi ci ho messo del sense of humor, non proprio una mia caratteristica».

«Mi sono divertita molto con Yvonne – aggiunge la De AngelisAvevo tanta voglia di cantare e quella parte mi ha arricchito. Sono partita da una reference strana, Porco Rosso di Hayao Miyazaki, un film che abbraccia tante contraddizioni, come lo è il mio personaggio, amante del gerarca fascista ma legata alla spia ladra. Mi sono sentita molto libera di giocare sul set».

Filippo Timi interpreta lo spietato Borsalino, il torturatore fascista innamorato di Yvonne che cercherà in tutti i modi di fermare Isola: «Sono andato di fantasia, anche se la mappa dei sentimenti aveva una definizione netta. Ho pensato di fare il cattivo di 007, o meglio il secondo posto di 007, il mediano, il cattivo che non riesce ad essere il duce».

Tra i membri della banda più scalmanati, il più egocentrico, ma anche il più fifone, il pilota di Maccio Capatonda, che racconta così la sua esperienza: «È stata la prima volta che ho interpretato un ruolo in un film di qualcun’altro. Renato mi ha voluto nel progetto, ero molto impaurito, ma mi ha dato un sacco di backstory del personaggio, un pilota famoso che aveva vinto di tutto, sempre pippato di cocaina. Mi ci sono rivisto! [ride]».