Sciopero sceneggiatori, Hollywood tira un sospiro di sollievo, l’Italia attende (ESCLUSIVA)

WGA e i principali studi statunitensi hanno raggiunto un accordo provvisorio, l’Italia attende l’esito delle trattative

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Cari membri, abbiamo raggiunto un accordo provvisorio su un nuovo MBA (Minimum Basic Agreement) per il 2023”, così WGA, il sindacato degli sceneggiatori statunitensi, ha annunciato ai suoi membri l’esito finale delle trattative, in corso da cinque giorni consecutivi, con l’alleanza dei produttori dell’audiovisivo (AMPTP) a seguito dello sciopero durato quasi 5 mesi. Intanto anche gli sceneggiatori italiani della WGI attendono di conoscere il contenuto definitivo dell’accordo.

Dopo 146 giorni di uno sciopero costato l’immobilità professionale agli oltre 11.000 membri complessivi della gilda degli autori e mesi di stop alle nuove produzioni dell’audiovisivo con una perdita per Hollywood di circa 5 miliardi di dollari, secondo la stima degli economisti, sceneggiatori e produttori sono giunti ad una accordo provvisorio in merito ai punti più controversi della questione contrattuale, che riguardano in modo particolare la questione dei residuals, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa e i protocolli di lavoro.

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“Possiamo dire, con grande orgoglio, che questo accordo è eccezionale, con vantaggi e protezioni significativi per gli scrittori in ogni settore dei membri”, recita ancora il comunicato rilasciato da WGA.

I termini dell’accordo

I dettagli dei termini dell’accordo non possono essere ancora divulgati, ma è evidente la soddisfazione degli sceneggiatori in merito. Solo una volta che sarà stato completato il Memorandum d’accordo con l’AMPTP e che questo sarà stato approvato dal consiglio nazionale WGA, si potrà quindi procedere con la revoca dello sciopero, che consentirà agli autori di tornare al lavoro con il diritto da parte di ciascuno singolarmente se aderire o meno ai nuovi termini contrattuali proposti.

“Nessuno potrà tornare al lavoro finché non sarà espressamente autorizzato dalla Gilda. Fino ad allora saremo ancora in sciopero. Ma da oggi sospenderemo il picchettaggio della WGA. Invece, se potete, vi invitiamo a unirvi ai picchetti SAG-AFTRA questa settimana”, prosegue la dichiarazione.

La fine dello sciopero

Dunque mancano ancora alcuni passaggi per poter dichiarare ufficialmente la fine dello sciopero degli sceneggiatori e, dettaglio non irrilevante, soprattutto mancano ancora gli accordi tra AMPTP e sindacato degli attori, SAG – AFTRA, che nel frattempo continua la sua protesta iniziata lo scorso 14 luglio.

Un accordo anche con gli attori, che attendono dietro le quinte di tornare ai colloqui, porrebbe fine al primo sciopero a livello di settore da parte della corporazione degli artisti da oltre 40 anni e allo sconvolgimento dell’economia dell’industria dell’intrattenimento più controverso di Hollywood dal 2007.

In Italia uno scenario differente

Il presidente della WGI (sindacato degli sceneggiatori italiani), Giorgio Glaviano, ha così commentato in esclusiva per Ciak lo storico traguardo raggiunto dai colleghi statunitensi: “Lo sciopero dei colleghi USA sta finalmente per finire: abbiamo appreso come tutti stamattina che l’accordo, che al momento non  riguarda gli attori, contiene significativi guadagni e ulteriori protezioni per gli sceneggiatori. Ora ll deal dovrà essere votato dai soci WGA, quindi ci siamo”.

“Noi di Writers Guild Italia aspettiamo di conoscere in dettaglio tutti i termini dell’accordo per valutare poi anche con le altre associazioni italiane, 100Autori e Anac, e le gilde europee se quanto è stato ottenuto dai colleghi americani può essere applicato anche qui in Italia”.

Qui lo scenario è differente,  prosegue Glaviano, che sottolinea quanto la questione riguardi anche e ancora il diritto d’autore. “Stiamo ancora lottando per un contratto di categoria e per la migliore applicazione possibile della Direttiva UE sul diritto d’autore“.

Ma le battaglie Usa continuano a rappresentare un punto importante anche per WGI, che sottolinea quanto “il miglioramento della condizione economica contrattuale e la maggior tutela dei nostri diritti di autori e protezione contro la marea montante dell’uso indiscriminato, sbagliato e pressapochista dell’I.A” siano questioni fondamentali comuni ad entrambe le realtà.