Torino Film Festival 40, l’edizione di Della Casa sarà pluralista, divertente e cinefila

Presentata oggi a Roma la quarantesima edizione del Torino Film festival nel segno di grandi cambiamenti

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Steve Della Casa, Enzo Ghigo, Domenico De Gaetano

Sono notevoli e interessanti i cambiamenti annunciati oggi a Roma durante la presentazione della quarantesima edizione del Torino Film Festival, che si svolgerà dal 25 novembre al 4 dicembre. A cominciare dal neodirettore Steve Della Casa che, insieme a Enzo Ghigo, presidente e direttore del Museo Nazionale del Cinema di Torino, e a Domenico De Gaetano, presidente del Museo del cinema, afferma di voler creare un evento in cui ci si possa soprattutto divertire.

Della Casa è l’artefice di una rivoluzione del Festival del Cinema di Torino dalle fondamenta. Forte di una lunga esperienza e conoscenza dell’evento cinematografico torinese, di cui è stato cofondatore e poi direttore dal 1998 al 2002, ha prospettato i propri piani per un’edizione che auspica essere meno difficoltosa delle due precedenti, fortemente danneggiate dagli effetti della pandemia.

Io vorrei che chiunque parteciperà al Festival – dice Della Casa , dalla persona comune allo studioso di cinema, trovi nel programma cose che lo possano divertire”.

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In conferenza stampa, dopo aver ricordato e omaggiato i suoi predecessori, da Gianni Rondolino, che fondò quello che inizialmente si chiamava Festival Internazionale Cinema Giovani, a Stefano Francia di Celle, che lo ha diretto nelle ultime due complicate edizioni, Della Casa scherza: “Come i tre moschettieri, vent’anni dopo torno sul luogo del delitto”.

Della Casa parla del Festival come qualcosa di vivo che si confronta con il mondo, con la sua drammaticità, specie di questi tempi, ma anche come qualcosa di festoso capace di migliorare la vita delle persone. Non dimentica l’importanza dell’intervento di ospiti di prestigio che diano lustro e attrattiva all’evento, tanto che annuncia già con soddisfazione la presenza dell’attore Malcolm McDowell (Arancia meccanica, 1971), a cui il Festival dedicherà un omaggio a riconoscimento del suo straordinario apporto al cinema d’autore, al cinema popolare e alle serie tv.

Oltre McDowell ci saranno parecchie altre presenze – aggiunge Della Casa, ma quello che non voglio sono le star che fanno passerella. Vorrei che fossero persone note, ma che avessero anche qualcosa da dare e da dire al pubblico che le verrà ad ascoltare. Ci stiamo già lavorando e ci saranno sorprese notevoli”.

Dopo una lunga serie di edizioni con programmi nutriti da un gran numero di titoli, questo quarantesimo Torino Film Festival sarà più snello. Il programma comprenderà 4 sezioni competitive: Concorso internazionale lungometraggi, Concorso documentari internazionali, Concorso documentari Italiani, Concorso cortometraggi italiani, più una sezione Fuori Concorso dedicata alla produzione più interessante dell’anno in corso.

Per questa edizione il direttore sceglie inoltre di tornare su una delle sue più grandi passioni cinefile, quella del western: “Il western è l’ultima grande forma di epica prodotta dalla cultura contemporanea, l’epica americana della conquista della frontiera. Ripropongo anche quest’anno una scelta di sei western classici, che nessuno ha mai visto, selezionati tra una lista di film inediti per l’italia” dice Della Casa. E con molto spirito aggiunge anche: “Ci saranno molte curiosità, una delle quali un western del 1939, che è anche un musical in cui i protagonisti sono nani. Una scelta da cinefilia estrema che consegno al pubblico con grande orgoglio”.

Ci sono poi i documentari, di cui pure Della Casa è un grande appassionato e di cui, a differenza delle precedenti edizioni, sarà lui stesso ad occuparsi. Segno questo di un rinnovamento anche nella squadra degli organizzatori del Festival in cui ci sono, dice il direttore, tante sensibilità diverse che svilupperanno un lavoro di pubbliche relazioni e intrecci e che nutriranno l’esigenza di pluralità di fonti ricercata per questa svolta del Festival.

L’inaugurazione del Festival tornerà ad essere ospitata dal Teatro Regio Torino, “il salotto buono” della città, come lo ha definito Della Casa, che aggiunge: “Sarà trasmessa in diretta e sarà molto sorprendente”.

Dal podcast alle piattaforme streaming, a cui il direttore garantisce che certamente questa edizione del Festival dedicherà spazio, Della Casa si mostra anche aperto a tutte le possibili declinazioni del cinema.

Il nuovo direttore non vede nemmeno competizione con gli altri festival del cinema: “La rivalità tra festival l’ho trovata sempre una fesseria. Siamo tutti liberisti e poi ci preoccupiamo della concorrenza“.

Della Casa aggiunge poi un’affermazione che lascia percepire la vera filosofia che animerà questa quarantesima edizione del Torino Film Festival: “La concorrenza è uno stimolo a fare meglio. I festival devono servire ai film e non il contrario. Non si selezionano i film in base all’attore o all’attrice, ma è il festival a dover essere utile ai film, perché conquistino il pubblico, conquistino visibilità. In base a questa logica, la concorrenza mi fa un baffo!”.