Tutta la luce che non vediamo, la recensione della miniserie storica Netflix

Dal 2 novembre

0
Aria Mia Loberti e Mark Ruffalo, Tutta la luce che non vediamo

Ispirata al secondo romanzo best seller di Anthony Doerr, Premio Pulitzer per la narrativa nel 2015, Tutta la luce che non vediamo è la miniserie storica Netflix creata e prodotta dai candidati all’Oscar Shawn Levy (Arrival, 2017) e Steven Knight (Piccoli affari sporchi, 2004). Lars Eidinger (Sils Maria, 2014, Personal Shopper, 2016, e Lezioni di persiano, 2020), Hugh Laurie (Golden Globe per Dr. House – Medical Division), Mark Ruffalo (candidato all’Oscar 2016 per Il caso Spotlight) e Louis Hofmann (Dark e Land of Mine – Sotto la sabbia, 2015) sono protagonisti insieme all’esordiente Aria Mia Loberti dei quattro episodi in onda dal 2 novembre.

IL FATTO

Marie-Laure (Aria Mia Loberti) è una giovane ragazza francese cieca dalla nascita, figlia di Daniel (Mark Ruffalo), uno studioso del Museo di Storia Naturale di Parigi. Werner (Louis Hofmann) è un giovane soldato tedesco, esporto radiofonista del Reich tedesco impiegato nella ricerca di messaggi criptati via etere. Le loro strade si incrociano sul finire della Seconda guerra mondiale nella cittadella fortificata di Saint-Malo, in un destino che li aveva già accumunati sin da piccoli attraverso la passione per la radio. Marie custodisce un segreto prezioso di cui il capitano Reinhold von Rumpel (Lars Eidinger) vuole impadronirsi a tutti i costi, mentre lo zio di lei, Etienne (Hugh Laurie), combatte nella resistenza per favorire la liberazione della Francia da parte degli americani.

L’OPINIONE

Tutta la luce che non vediamo inizia come una fiaba sotto i bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale sulle note di “Clair de Lune” di Claude Debussy e si trasforma via via nell’incrocio di due esistenze, tragiche e disperate, eppure illuminate dalla salda convinzione che la verità sempre prevarrà sul buio della follia umana.

La luce dura in eterno, mentre l’oscurità non arriva a durare che un secondo, quando accendi la luce”. Due bambini, un orfano tedesco e una piccola cieca francese, lontani l’uno dall’altra ascoltano di nascosto le parole di un professore alla radio che insegna loro verità sulla scienza e sul mondo. Quella voce li accompagnerà sempre e li farà incontrare anche nell’oscurità che la guerra ha fatto calare sulle loro vite.

Tutta la luce che non vediamo non si rifà a concetti complicati né ad immagini elaborate e proprio in questa sua semplicità sta la forza di un racconto che arriva diretto e ben costruito. Tutto si fonda su un concetto forse ingenuo, ma sorprendentemente spesso ignorato dall’umanità: la conoscenza e la verità sono la chiave della vera salvezza. Marie e Werner, grazie alle parole ascoltate per radio da uno sconosciuto professore che parla ai bambini, sono cresciuti con questa profonda consapevolezza che sarà in effetti la vera salvezza per se stessi e per coloro che gli sono accanto.

La devastazione della guerra, la follia nazista sono il buio attraverso il quale loro non smettono di cercare e trovare costantemente la luce. Le metafore di questo racconto sono più che evidenti: una ragazza cieca che però vede attraverso suoni e parole; un ragazzo orfano che cresce e diventa una specie di genio grazie all’ascolto; un uomo reso folle e cieco dall’avidità e dal desiderio di potere che confonde la falsa luce di una pietra preziosa con la vera luce che può salvare l’umanità. Immagini facili, immediate, che sembrano dirette a dei bambini, ma che fanno bene anche ad un pubblico di giovani e adulti.  

Perché Tutta la luce che non vediamo si avvale di una ricostruzione narrativa ben articolata dallo sceneggiatore Steven Knight, ben realizzata da Shawn Levy, che in effetti in questa miniserie sembra far rivivere un po’ il fascino degli ambienti di Arrival, e dall’interpretazione di un cast eccellente, tra cui spiccano i due tedeschi Lars Eidinger, ormai perfetto nazista tragico, e Louis Hofmann.

SE VI È PIACIUTO TUTTA LA LUCE CHE NON VEDIAMO GUARDATE ANCHE…

Storia di una ladra di libri, film del 2013 tratto dal romanzo di Markus Zusak, con Sophie Nélisse, Geoffrey Rush ed Emily Watson diretto da Brian Percival.

RASSEGNA PANORAMICA
voto
tutta-la-luce-che-non-vediamo-la-recensione-della-miniserie-storica-netflixIspirata al secondo romanzo best seller di Anthony Doerr, Premio Pulitzer per la narrativa nel 2015, Tutta la luce che non vediamo è la miniserie storica Netflix creata e prodotta dai candidati all’Oscar Shawn Levy (Arrival, 2017) e Steven Knight (Piccoli affari sporchi, 2004)....