Università di Messina: il cinema strumento di valori e crescita

Inaugurato l’anno accademico con Rula Jebreal per dire no a qualunque forma di violenza. Il rettore Cuzzocrea: “Il nostro ateneo scommette molto sull’arte cinematografica”

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Il cinema come prezioso strumento di crescita formativa, ma anche veicolo di valori e occasione di dibattito e confronto sui più svariati temi: dalla guerra, che di recente ha fatto ripiombare il mondo in un terribile incubo, al contrasto contro ogni forma di violenza, dall’importanza di garantire i diritti e le prerogative fondamentali agli uomini, con una maggiore attenzione alle donne per raggiungere la tanto discussa parità di genere.

Ma il cinema anche come fondamentale opportunità di lavoro e di promozione del territorio e delle eccellenze, come motore culturale e di fruizione turistica: sono le direttive intraprese dall’Università di Messina che in questi ultimi anni ha investito in corsi di studi e in attività per gli studenti dedicati all’arte cinematografica. “Una scommessa che vogliamo vincere – sottolinea il rettore Salvatore Cuzzocreaattraverso la creazione di laboratori, master e collaborazioni con prestigiosi Festival di settore, la nostra scuola di cinema Lupta, rassegne come “Diritti al cinema”, cineforum tra cui “Il Dams in sala” e altri eventi che organizziamo o a volte ospitiamo”.

Salvatore Cuzzocrea

Nei giorni scorsi l’inaugurazione dell’anno accademico 2021-2022 nell’aula magna del Polo Papardo in cui il magnifico non ha fatto mancare un accorato messaggio alle popolazioni ucraine: “Siamo pronti ad accogliere nella nostra città e università insegnanti e studenti ucraini che avranno bisogno di aiuto. La sede del rettorato da oggi è colorata di giallo e azzurro come la bandiera dell’Ucraina e sono pronti alloggi e residenze che metteremo volentieri a disposizione”.

Il tema dell’evento è stato proprio la lotta alla violenza con testimonial la giornalista e scrittrice Rula Jebreal, che ha ricevuto un dottorato honoris causa in Scienze politiche, dopo la laudatio del prorettore agli Affari generali e docente di Storia contemporanea Luigi Chiara per la sua importante e apprezzata attività di giornalismo e impegno sociale come esperta di politica estera e donna simbolo del cambiamento per la parità di genere. “Se i paesi europei, e non solo, avessero avuto in questi anni più donne al governo – ha detto la Jebreal – probabilmente non ci ritroveremmo nella drammatica situazione che stiamo vivendo in questi giorni causata da un dittatore sanguinario come Putin. La parità di genere è molto lontana”. 

Sullo schermo della sala una grande bandiera dell’Ucraina: “La presenza della Jebreal a Messina – ha commentato il prorettore vicario e ordinario di Istituzioni di diritto pubblico Giovanni Moschella – è il segnale più forte e significativo che potevamo dare nel contrasto a qualunque forma di violenza, oggi più che mai di fronte allo scenario della guerra, la più grave tra tutte”.

Ad aprire la cerimonia il video messaggio della ministra del Mur Maria Cristina Messa che ha annunciato la somma di 500mila euro, messi a disposizione per l’accoglienza del popolo ucraino e ricordato il delicato ruolo del mondo accademico come “voce della pace”. Dopo i saluti istituzionali, alla presenza delle massime autorità tra cui il governatore siciliano Nello Musumeci, la studentessa afgana Tamana Karimi (rifugiata accolta a Messina grazie ad un progetto ad hoc dell’ateneo) e Clorinda Capria, rappresentante del personale tecnico-amministrativo, un momento speciale e particolarmente sentito quello del collegamento con Patrick Zaki, iscritto all’Università di Bologna, noto per l’arresto in Egitto e la liberazione grazie alla mobilitazione politica. 

Ad arricchire la cerimonia infine il Coro d’Ateneo e l’Orchestra Filarmonica di Giostra che ha eseguito alcuni intermezzi musicali e gli studenti di UniversoMe, la radio d’ateneo, che hanno condotto la manifestazione.