Wonder – White Bird, la recensione del film con Helen Mirren

Dal 4 gennaio al cinema con Notorius Pictures

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Helen Mirren, Wonder - White Bird

Nel 2017 il film Wonder, diretto da Stephen Chbosky e interpretato da Owen Wilson e Julia Roberts, riscosse un notevole successo, bullismo contro gentilezza nel racconto della storia del piccolo Auggie, bambino affetto da una malformazione e tormentato dai propri compagni di scuola. Ora Wonder – White Bird, diretto da Marc Forster (Neverland – Un sogno per la vita, 2004, e Non così vicino, 2022) riprende la storia partendo proprio da uno di quei bulli, Julian, che espulso dalla vecchia scuola deve ambientarsi in un nuovo istituto e trova nell’esperienza di sua nonna Sara, interpretata da Helen Mirren, la forza per superare anche le sue difficoltà.

IL FATTO

Julian (Bryce Gheisar), bullo del film Wonder, dopo essere stato espulso dalla sua vecchia scuola per il trattamento che aveva riservato ad Auggie Pullman, cerca con fatica di ambientarsi nel nuovo istituto. Vedendolo in difficoltà, sua nonna Sara (Helen Mirren) decide di raccontargli la dolorosa storia della sua infanzia. Di come lei, giovane ragazza ebrea (Ariella Glaser) nella Francia occupata dai nazisti, fu nascosta e protetta da un compagno di classe, Julien (Orlando Schwerdt) e di come la sensibilità e il coraggio di questo ragazzo le abbiano salvato la vita.

L’OPINIONE

La storia di Wonder nasce da un libro, il celebre romanzo omonimo di R. J. Palacio, che ha ispirato il movimento “Choose Kind”, letteralmente “Scegli la gentilezza”. Successivamente con la graphic novel “Mai più. Per non dimenticare” Palacio è andata ad esplorare anche il concetto di coraggio affiancato alla parola gentilezza ed è nato un nuovo film, Wonder – White Bird, spin off del precedente.

Wonder – White Bird è un racconto nel racconto che trova lo spunto in una vicenda dei giorni nostri per riportarci all’epoca della Seconda guerra mondiale, nella Francia occupata dai nazisti e vessata dalla persecuzione contro gli ebrei. Ma questa volta non si tratta solo di una delle terribili storie sull’Olocausto, il film trae spunto dal parallelismo e dall’intreccio tra un pesante passato e un presente purtroppo assai ordinario per testimoniare un concetto tanto semplice quanto essenziale: la necessità di avere coraggio per esercitare la gentilezza ad ogni costo.

Helen Mirren, con la sua consueta elegante capacità di imporre la propria figura sulla scena, è colei che accompagna il nipote Julian attraverso un viaggio in un passato importante e con la sua voce e la sua presenza consente di fare un’esperienza di crescita tanto a lui quanto agli spettatori.

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La sua storia è narrata da Marc Forster, regista non nuovo ai temi legati all’infanzia e alla nobiltà d’animo, con la delicatezza di una fiaba, ma non nasconde l’orrore, la paura e la brutalità di un fatto storico che ha richiesto ai suoi protagonisti, persone comuni, un coraggio straordinario. La campagna francese del piccolo paese in cui è ambientata la storia di Wonder – White Bird ha qualcosa di incantato, così come la relazione che si instaura tra la giovane Sara e il suo salvatore, un ragazzo zoppo che non a caso si chiama proprio Julian.

Tra sogni cinematografici, disegni, piccole canzoni, giochi e un uccellino forse fatato, il film, con la semplicità di un racconto per bambini, ma senza negare la violenza reale che gli fa da sfondo, regala un viaggio e una testimonianza coinvolgenti e significativi. Oltre alla eccellente interpretazione dei due giovani attori, Ariella Glaser e Orlando Schwerdt, spicca anche la forza, determinata ed amorevole, del personaggio di Gillian Anderson nel ruolo della madre di Julian che accoglie con benevolenza e coraggio la piccola Sara salvata da un tragico destino dal figlio.

Wonder  – White Bird è un nuovo racconto che offre la possibilità di cambiare lo sguardo sulle persone, che siano di razza diversa o affette da menomazioni difficili da accettare, nel contesto di un’epoca in cui l’esaltazione di un ideale, quanto distorto, modello di perfezione divenne causa non solo di emarginazione, ma di un vero e proprio sterminio. Da essa è possibile trarre ancora oggi ad ogni età lo spunto per superare ogni paura e reticenza rispetto all’uso della gentilezza e dell’accoglienza e ricordare quanto un solo gesto possa essere potenzialmente capace di cambiare il mondo.

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Il già citato Wonder (2017) di Stephen Chbosky con Owen Wilson e Julia Roberts.

RASSEGNA PANORAMICA
voto
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