Cattive Acque di Todd Haynes, un legal drama che intriga

Il film in sala dal 20 febbraio è basato su una vicenda realmente accaduta e che ha portato alla luce un’importante problematica legata alla salute pubblica

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Dai produttori di “Green Book” e “Il caso Spotlight”, arriva il 20 febbraio nelle sale italiane, Cattive Acque, l’ultimo film dell’acclamato regista Todd Haynes, con un cast d’eccezione composto da Mark Ruffalo, Anne Hathaway, William Jackson Harper, Bill Pullman e Tim Robbins. La recensione:

Una (tremenda) storia vera. Anno 1998. L’avvocato in carriera Rob Bilott, bene inserito in uno studio solito a difendere le grandi industrie, viene avvicinato da un contadino di Parkerburg, West Virginia, Wilbur Tennant, che gli dice che le sue mucche stanno morendo una a una per colpa delle scorie chimiche fuoriuscite da una fabbrica vicina, proprietà della DuPont, leader del settore. Dopo qualche titubanza, Bilott accetta di verificare sul posto (tra l’altro è dove è cresciuto e l’uomo era un conoscente di sua nonna) la veridicità di quelle affermazioni.

Scoprirà una situazione sconvolgente: “I sassi sono più bianchi dei capelli che ho in testa” digrigna il contadino e poi vacche che impazziscono davanti ai suoi occhi e quel che è peggio, indagando, una inquietante recrudescenza di tumori nella zona. Incomincia così una causa destinata a durare 19 anni, proprio ai dirigenti di una ditta ammanicatissima col suo studio (“noi ci occupiamo di difendere le aziende chimiche, non di far loro causa!”). Una frustrante battaglia che arriverà sino alle più alte sfere della sanità e del governo.

Lo sapevate che il C-8 (così è battezzato questo prodotto chimico, scientificamente conosciuto come acido perfuoroottanoico) resta dentro di noi per sempre? Beh questo potrebbe importare sino a un certo punto, ma quanto aggiungiamo che il C8 serve a produrre il teflon (materiale usatissimo soprattutto tra gli utensili di cucina), allora la questione diventa molto preoccupante, angosciante e soprattutto vicina a noi. In pratica stiamo parlando di un consapevole uso e commercio di materiale altamente tossico da parte di un colosso che, così facendo, raccattava oltre un miliardo di dollari l’anno!

Todd Haynes è uno straordinario regista che alla sapienza del mestiere aggiunge anche una spiccata attenzione ai temi ecologici e sociali (Safe, Lontano dal Paradiso, la serie tv Mildred Pierce, Io non sono qui, Carol, il poco considerato La stanza delle meraviglie: ed è solo una parte di un curriculum impressionante per livello); si è imbattuto nell’articolo del New York Times (datato 2016 e firmato Nathaniel Rich, quindi molti anni dopo gli inizi della battaglia) che raccontava la vicenda e, concedendo qualcosa ma poco alle licenze dello spettacolo, l’ha tradotta sullo schermo.

Non ci sono apici spettacolari, scene madri e neppure effetti speciali, solo un legal drama che avvolge e intriga, concentrato come è nell’impari duello tra un singolo uomo perbene inizialmente titubante e che a un certo punto “ci lascia la salute” e una corporazione potentissima e cinica. Uno schema che ha dato vigore ed emozione a molti titoli con tematiche “civili” (da Erin Brockovich ad A Civil Action).

Haynes ha chiamato a lavorare un manipolo di splendidi attori fortemente impegnati in questo tipo di cause. Mark Ruffalo si è imbolsito per la parte (o forse sono solo gli anni), Anne Hathaway si è messa a disposizione in un ruolo minore, così come Tim Robbins e Bill Pullman. In quanto all’allevatore, è interpretato da Bill Camp, uno di quei volti che riconosciamo sullo schermo senza mai saperne il nome (tra l’altro ha recitato, nei suoi 66 lavori accreditati, in Lincoln, Birdman, nella serie tv Manhattan, Jason Bourne, Joker) e che offre una performance magnifica, piena di rustico pathos.

Insomma che aggiungere? Solo che c’è speranza se film come questo spuntano (ancora) nel mondo produttivo americano, ormai salvo eccezioni piuttosto appiattito e drogato solo in superficie.

Voto: 3 stelle e mezzo

Cattive Acque, il trailer del film di Todd Haynes