Il sol dell’avvenire, la recensione del film di Nanni Moretti

Al cinema dal 20 aprile con 01 Distribution

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Mathieu Amalric e Nanni Moretti, Il sol dell'avvenire

Nanni Moretti torna al cinema con Il sol dell’avvenire, il film che sarà presentato in concorso al 76° Festival di Cannes. Un racconto sul cinema e sulle relazioni, una riflessione sul recente passato e sul presente che vede il regista protagonista al fianco di Margherita Buy, Silvio Orlando e Barbara Bobulova, al cinema dal 20 aprile con 01 Distribution.

Il sol dell’avvenire, il fatto

Giovanni, un regista, gira un film ambientato nel 1956, sui fatti di Ungheria, scrive una sceneggiatura da “Il nuotatore” di Cheever e immagina una storia sui cinquant’anni di vita di una coppia, con tante canzoni italiane. Sua moglie Paola, una produttrice, vive e lavora con lui da quarant’anni.

Il sol dell’avvenire, l’opinione

Come già in altre occasioni (Ecce Bombo, Il caimano, Mia madre), Nanni Moretti utilizza l’elemento del film nel film per mettere in scena la sua idea di cinema e di mondo, giocando con passioni e idiosincrasie, nevrotici rituali, comiche intransigenze che rivelano paure e fragilità, alle quali siamo affezionati da anni.

A una riflessone su sconfitte e fallimenti il regista non si sottrae neppure questa volta, in una felicissima summa di tutto il suo cinema che però non ha nulla di definitivo. Anzi, sembra mettere un punto dal quale ripartire, lo dice quel sorriso che Nanni sfoggia nella stupenda e commovente scena finale del film, uno dei due o tre “what the fuck!” de Il sol dell’avvenire, momenti sorprendenti che secondo Netflix mancherebbero invece nel film di Giovanni, impegnato a raccontare anche come sarebbe stato meglio per il nostro Paese se il PCI di Togliatti avesse avuto il coraggio di condannare i carri armati sovietici a Budapest.

Moretti rende omaggio a Fellini, canta e balla sulle note di alcune delle canzoni italiane con le quali vorrebbe realizzare un musical (lo dice da anni, speriamo…), riflette sul senso dell’amore e della militanza politica, si mette in gioco con autoironia, ma continua a sottolineare l’inaccettabile (“nella vita due o tre principi bisogna averli”) sfoggiando una grandissima libertà narrativa, la vera forza di questo film che fa ridere moltissimo e piangere di commozione.

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Altri film di Moretti come Bianca, Palombella rossa, Caro diario, Aprile.

RASSEGNA PANORAMICA
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