L’angelo del male – Brightburn, l’unione tra horror e fantascienza dà vita all’anti-Superman: la recensione

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L' Angelo del Male - Brightburn

L’angelo del male – Brightburn (Brightburn) Usa, 2019 Regia David Yarovesky Interpreti Elizabeth Banks, David Denman Distribuzione Sony Pictures Italia / Warner Bros. Durata 1h e 30′

In sala dal 23 maggio

LA STORIA – Sprofondati in fondo alla campagna del Kansas, a Brighburn (che in italiano si tradurrebbe come “brucia luminosamente” o “allegramente”!), la famiglia (sereni agricoltori) dei Breyer ha un grosso problema. Il figlio Brandon, alle soglie della pubertà, acquisisce poteri straordinari mentre il suo carattere si incattivisce. Il fatto è che il ragazzino non è il figlio naturale di Tori e Kyle, ma una sorta di trovatello venuto dallo spazio. In poco tempo il giovane anti-Superman (diciamo così), come quasi posseduto da un disegno infernale, comincia a fare strage di tutto il vicinato. Come fermarlo?

L’OPINIONE – Non sappiamo se l’idea sia venuta al produttore James Gunn (che è il creatore e regista della benemerita saga dei Guardiani della Galassia) o agli sceneggaitori, suoi fratelli, Brian e Sean; ad ogni buon conto è quel che si dice azzeccata. Inventarsi un giovane anti-Superman, malvagissimo (chissà poi perché…) e praticamente onnipotente, rappresenta una piccola svolta narrativa capace di ibridare fantascienza e horror, generando potenzialmente anche sequel aggressivi e spettacolari. Il regista David Yarovesky, espressione nerd a parte nelle foto, col team di Gunn bazzica da tempo. Ha anche diretto, dopo il suo primo lungometraggio il fanta-horror The Hive nel 2014, anche il corto (un musical), A Guardians of the Galaxy: inferno, con tutta la gang schierata.

Quindi sintonia e un po’ di esperienza accumulata, hanno generato un buon prodotto di genere, davvero “orripilante” in certe sequenze (schegge di vetro negli occhi, mandibole che vanno per conto loro) ma anche molto calibrato, più thriller psicologico che non luna park di effettacci e booh telecomandati. A guadagnarne sono anche gli attori, non solo la più che nota Elizabeth Banks (divagante tra commedie di successo e Spider-man di Sam Raimi, 1, 2 e 3) e il sempre più sconcertato consorte David Denman (Outcast in tv), ma anche il giovane Jackson A. Dunn (compare anche in Avengers: Endgame), dall’espressione imperscrutabile ma con gli occhi che lanciano lampi di pura furia e cattiveria. Bene, che aggiungere di più? Che nel Kansas non nasce solo il fatato Mago di Oz, ma anche le Smalville versione culla dell’apocalisse. Del resto la scuola in cui sono state girate alcune scene, a Stockbridge in Georgia, è la stessa utilizzata per le stagioni 1 e 2, di Stranger Things, una vocazione insomma.