Stringimi forte – Recensione

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Stringimi forte

Una mattina Clarisse parte con la macchina lasciando il marito Paul e i due bambini, Lucie e Paul. Ma forse le cose non stanno come sembrano. Forse è proprio Clarisse a essere rimasta sola e a immaginare gli altri tre che continuano a vivere le loro vite senza di lei.

STRINGIMI FORTE, L’OPINIONE

L’idea fondamentale del nuovo lungometraggio da regista di Mathieu Amalric (tratto
dalla pièce teatrale di Claudine Galea Je reviens de loin e presentato a Cannes 2021), è quella di raccontare la sua storia senza marcare il confine tra gli eventi accaduti nella realtà e quelli che si svolgono nella mente della protagonista, così come tra presente, passato e
futuro.

Al punto che tutte queste categorie perdono consistenza e importanza, e la verità più profonda, benché disorientante, di cui partecipiamo è proprio quella del tortuoso percorso interiore compiuto da Clarisse.

Che ha la dolcezza e la tristezza enigmatica della brava Vicky Krieps (Il filo nascosto, Old, Sull’isola di Bergman) in una prova di sofferta, trattenuta intensità.

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I precedenti film di Amalric, tra cui Tournée (2010), premio per la miglior regia a Cannes. Da recuperare anche Non torno a casa stasera (1969) di Francis Ford Coppola, fonte d’ispirazione dichiarata del regista.

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO:
stringimi-forte-recensioneSerre moi fort, Francia, 2021. Regia Mathieu Amalric. Interpreti Vicky Krieps, Arieh Worthalter, Anne-Sophie Bowen-Chatet, Sacha Ardilly, Juliette Benveniste, Aurèle Grzesik. Distribuzione Movies Inspired. Durata 1h e 37’.