Girls State, e se le teenager fossero al governo? Intervista ai registi del doc su Apple TV+

Abbiamo parlato con i registi del doc Apple "Girls State", sul laboratorio di un’università USA che vede un gruppo di adolescenti simulare una propria democrazia

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Girls State

Come sarebbe la democrazia americana nelle mani di un gruppo di ragazze adolescenti? È la domanda che si pone – e alla quale cerca di rispondere – Girls State, il nuovo documentario diretto da Jesse Moss e Amanda McBaine disponibile dal 5 aprile su Apple TV+.

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Un “fratello gemello” più che un sequel, dello speculare Boys State del 2020 diretto sempre dal duo di registi (marito e moglie nella vita reale) e vincitore di numerosi premi, tra cui il Grand Jury Prize nella sezione documentari del Sundance Film Festival.
Riconfermata la squadra Apple Original Film con la Mile End Films e il Concordia Studio del premio Oscar Davis Guggenheim, Girls State ci porta a St. Louis, nel campus della Lindenwood University del Missouri, dove un gruppo di 500 ragazze adolescenti provenienti da contesti molto diversi si è riunito per prendere parte ad un vero e proprio laboratorio di democrazia della durata di una settimana, con lo scopo di costruire un governo sin dalle fondamenta, con tanto di campagna elettorale e casi discussi di fronte ad una Corte Suprema. Nello specifico, il doc segue il percorso di sette ragazze, selezionate dai registi dopo un’intensa sessione di colloqui.

Rispetto a Boys State abbiamo potuto contare su un cast molto più ampio: abbiamo trascorso quasi sei mesi a trovare le giuste ragazze” hanno spiegato a Ciak Moss e McBaine. “Dovevano essere persone che potessero realmente andare avanti nel programma, ma anche ragazze pronte a condividere le loro emozioni davanti alla telecamera”. Sono loro, di fatto, il motore di quello che si presta ad essere un interessante coming-of-age intriso di politica americana, rimarchevole nel suo voler mostrare, tra insicurezze adolescenziali e nuove amicizie, l’impegno e la passione di giovani ragazze socialmente coinvolte, in grado di discutere su temi di forte attualità come l’aborto, la privacy e le ancora troppe disuguaglianze che continuano a frenare il percorso di empowerment femminile. Abbiamo conosciuto le loro famiglie, siamo entrati nelle loro camerette” aggiungono i registi. “Terminate le riprese, le ragazze hanno finito il liceo, sono andate avanti con le loro vite ovviamente. Ci siamo rivisti tutti alla première. È stata davvero una collaborazione magica: ora hanno una piattaforma per usare le loro voci e condividere loro stesse con il mondo”.