LETTERE DI UNO SCONOSCIUTO

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Gui lai, Cina, 2014 Regia Zhang Yimou Interpreti Gong Li, Chen Daoming, Zhang Huiwen Sceneggiatura Zou Jingzhi Produzione Jia Yueting, Ye Jerry, Kong Bill, Li Li, Zhao Yifang Distribuzione Lucky Red Durata 1h e 51′

Lu Yanshi e Feng sono una coppia unita, costretta a separarsi quando lui viene arrestato e mandato in un campo di lavoro come prigioniero politico. Rilasciato nel corso degli ultimi giorni della Rivoluzione Culturale, Lu riesce finalmente a tornare a casa, ma scopre che la moglie è affetta da amnesia e ricorda poco del suo passato. Incapace di riconoscerlo, Feng continua ad attenderne pazientemente il ritorno del marito. Estraneo in seno ad una famiglia distrutta, Lu Yanshi è però deciso a far rivivere il loro passato e a risvegliare i ricordi della moglie.

Fuori concorso all’ultimo Festival di Cannes e basato sul romanzo di Yan Geling, The Criminal, il film riporta Zhang Yimou a temi più intimi e a due attori che non dirigeva da tempo, Gong Li (l’ultima volta è stato ne La città proibita, nel 2006) e Chen Daoming (Hero, 2002). Ma in realtà il film comincia dove finisce il libro (con il ritorno di Lu Yanshi) ed esplora le dolorose conseguenze della Rivoluzione culturale costruendo un melodramma teso, asciutto ed essenziale, tutto raccontato in interni (fisici e psicologici) grigi e tetri, su un amore ormai impossibile, quello tra un intellettuale dissidente perseguitato dal potere e sua moglie, segnata per sempre dal clima di terrore e di sospetto che si respirava in quegli anni. Quando anche un’ambiziosa ragazzina plagiata dalla propaganda poteva diventare un micidiale strumento nelle mani del partito contro gli stessi genitori. Una buona dose di passione in più non avrebbe guastato, alcuni momenti sono davvero troppo esangui per restituire il dramma di due persone destinate a non incontrarsi mai più. Eppure Feng, incapace di ricordare persino l’uomo che ama, cristallizzata in un tempo misterioso, diventa un’efficace metafora di un doloroso periodo storico e di un popolo costretto ad annullarsi e cancellarsi, a dimenticare bisogni e affetti, sogni e identità.