Il Gattopardo, la recensione della serie kolossal di Netflix

Sei episodi rivolti ad un pubblico internazionale per uno dei progetti più ambiziosi di Netflix Italia

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Il Gattopardo. Kim Rossi Stuart as Fabrizio in episode 104 of Il Gattopardo. Cr. Lucia Iuorio/Netflix © 2023

Su Netflix dal 5 marzo la versione seriale del romanzo di Tomasi di Lampedusa reso immortale al cinema da Luchino Visconti. Con Kim Rossi Stuart nel ruolo che fu di Burt Lancaster, e Benedetta Porcaroli, Deva Cassel, Saul Nanni e Paolo Calabresi. Alla regia, Tom Shankland, Giuseppe Capotondi e Laura Luchetti.

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IL FATTO

Il romanzo di Tomasi di Lampedusa rivive sullo schermo (stavolta quello…piccolo) in una trasposizione fedele e a oltre 60 anni dalla memorabile rivisitazione fatta da Luchino Visconti: nella Sicilia scossa dall’impresa dei Mille e dalla fine del dominio borbonico le vicende private e pubbliche del Principe di Salina (Kim Rossi Stuart), esponente della grande nobiltà legata all’Ancient regime, si mescolano a quelle dei suoi familiari e del nipote prediletto Tancredi (Saul Nanni), che sposa la causa dei garibaldini perché «si deve cambiare se vogliamo che tutto resti come prima».

Sullo sfondo si muovono altre figure: la malinconica Concetta (Benedetta Porcaroli), figlia maggiore del Principe, innamorata di Tancredi, e Calogero Sedara (Francesco Colella), sindaco di Donnafugata ed esponente del “nuovo”, uomo rozzo e ricchissimo che spera di far sposare la bellissima figlia Angelica (Deva Cassel) proprio a Tancredi, per garantirsi la definitiva “emersione” di rango nella società post unitaria. Le vicende sentimentali, sociali e politiche si intrecciano tra rosari recitati in presenza del prete di famiglia, padre Pirrone (Paolo Calabresi), feste da ballo, scene di guerra, soffitti affrescati, limoneti, carrozze dai fregi barocchi, battute di caccia.

Il Gattopardo

L’OPINIONE

Ci sono due modi per avvicinarsi alla visione del Gattopardo in versione Netflix: prendendolo per una convincente trasposizione ad alto budget del romanzo di Tomasi di Lampedusa, che procede tra buone prove attoriali (su tutti Rossi Stuart, Porcaroli, Calabresi, Di Leva, la stessa Deva Cassel) e scenari ben ricostruiti, raccontando con un buon passo vicende ormai lontane ma dalla grande attualità (il potere, i privilegi, i sacrifici per mantenerli, oppure per ottenerli, l’impossibilità di affidarsi ai sentimenti), ed è quella che consigliamo.

Oppure approcciarla avendo in mente il paragone con il capolavoro di Visconti. In questo secondo caso la partita è sinceramente ingiocabile, sotto quasi tutti i punti di vista. Anche se si salvano comunque Kim Rossi Stuart nel ruolo di un sobrio, carismatico Gattopardo che fu di Burt Lancaster, una intensa, convincente Benedetta Porcaroli (che però vorremmo più consapevole dell’importanza che nei racconti per immagini hanno posture e cadenze verbali legate ai luoghi delle storie), gli ottimi Calabresi (anche nel confronto con Romolo Valli) e Di Leva (in un personaggio accostabile a quello di Serge Reggiani).

Il Gattopardo
Il Gattopardo. Saul Nanni e Deva Cassel – Cr. Lucia Iuorio/Netflix © 2025

Però è sinceramente impossibile rintracciare nel piatto Tancredi di Saul Nanni alcuna eco dell’incosciente, sfacciata, contagiosa vitalità che gli portò in dote Alain Delon o nel Sedara del pur bravo Francesco Colella tracce della magistrale miscela di ostinazione, scaltrezza contadina e follia trattenuta che seppe attribuirgli un memorabile Paolo Stoppa. Diverso il discorso per Deva Cassel, troppo “cittadina” per colorare di quegli accenni di rozzezza e irresistibile gioia di vivere il personaggio di Angelica reso immortale da Claudia Cardinale ma in grado comunque di creare un’alternativa credibile per quella giovane di umili origini consapevole della sua bellezza e dell’uso che la sua famiglia le chiede di farne.

Si sa: con certi capolavori non si scherza, e forse è per questo che titoli immortali come Il padrino, Blade Runner, Apocalypse Now o Arancia meccanica, pur adatti in teoria a rivisitazioni seriali, non ne hanno mai vista nascere una. Ma, al netto di questa riflessione Il Gattopardo di Netflix si vede volentieri, scorre via con piacere. E in fondo, mantiene l’impegno a parlare anche un po’ di noi e delle nostre nature.

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L’originale di Luchino Visconti (1963) naturalmente, su RaiPlay, ma anche I leoni di Sicilia di Paolo Genovese, disponibile su Disney+

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO
il-gattopardo-recensione-della-serie-kolossal-netflixSu Netflix dal 5 marzo la versione seriale del romanzo di Tomasi di Lampedusa reso immortale al cinema da Luchino Visconti. Con Kim Rossi Stuart nel ruolo che fu di Burt Lancaster, e Benedetta Porcaroli, Deva Cassel, Saul Nanni e Paolo Calabresi. Alla regia,...