Cannes 2022, il ritorno di Roman Polanski dietro la censura del festival?

Si accende la polemica per una intervista di Thierry Frémaux

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Roman Polanski, The Palace

Sembra essere uno scontro molto duro quello in corso tra il Festival di Cannes e la popolare rivista Deadline, con accuse reciproche e possibili sgradevoli strascichi, che potrebbero investire l’edizione 2022 della manifestazione, ormai prossima all’inaugurazione e in programma da domani 17 maggio a sabato 28. Al centro una supposta censura, nata da una domanda relativa al ritorno di Roman Polanski sulla Croisette, o – secondo l’altra parte in causa – una poca correttezza professionale da parte del giornalista.

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Nella fattispecie Andreas Wiseman, che dopo una intervista con il delegato generale del Festival Thierry Frémaux si è visto eliminare alcune risposte dalla stesura definitiva del suo articolo. In particolare, quella relativa alla presenza di registe donne (ma anche su quelli afroamericani) selezionate in concorso per concorrere alla Palma d’Oro e quella – cui accennavamo – sul regista francese, attualmente al lavoro sul suo prossimo The Palace.

Detto che quest’anno saranno Kelly Richard (Showing Up), Léonor Serraille (Un petit frère), Claire Denis (The Stars at Noon) e la nostra Valeria Bruni Tedeschi (Les Amandiers) – quattro su 21 film rispetto alle quattro su 24 dell’anno scorso – la questione si è fatta spinosa quando si è passati al secondo fronte aperto.

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Interrogato sulla possibilità di riaprire le porte a Polanski, “Frémaux ha definito la domanda ‘molto interessante’ durante la nostra chat e ha fornito una risposta misurata, stimolante ma anche potenzialmente problematica, in cui ha osservato che le leggi non sono cambiate in Francia da quando questi aveva vinto la Palma d’Oro, sottintendendo che la presenza del regista non avrebbe comportato un problema etico”.

Una risposta che – stando all’ufficio stampa del Festival – sarebbe stata ‘a microfoni spenti’ e poi inserita nell’intervista per mere necessità di attrarre traffico online. Ed è il collega Jordan Ruimy ad aggiungere che – sempre secondo le stesse fonti francesi – Wiseman, non soddisfatto del materiale ottenuto, avrebbe deciso di cambiare i suoi piani… Prima di citare il Direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia Alberto Barbera e la sua decisione di ospitare l’ottantottenne regista francese, esempio che forse basterebbe da solo a far sgonfiare la questione.

Qui l’intera spiegazione dell’accaduto di Andreas Wiseman su Deadline