All’epoca delle riprese, era da Il coltello nell’acqua del 1962 che Roman Polanski non girava un film in Polonia, suo paese natale, ma la storia de Il pianista era troppo personale e importante per il regista da non poter fare altrimenti. Un film rimasto nella storia – non solo per i tre oscar vinti (regia, attore e sceneggiatura) – che questa sera torna sui nostri schermi offrendoci l’occasione di rivederlo. L’appuntamento con il grande cinema e con il personaggio interpretato da Adrien Brody è su IRIS alle 21:15, non perdetelo.
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Ispirato alla storia vera raccontata da Władysław Szpilman nel romanzo autobiografico omonimo, il film resta probabilmente il più personale per uno dei più grandi registi viventi. Del quale abbiamo potuto vedere alla Mostra Internazionale di Venezia 80 l’ultimo The Palace.
Il pianista, sinossi:
Le 5 curiosità sul film:
1. Polanski e Szpilman
Per rispettare la forza delle memorie di Wladyslaw Szpilman, Polanski ha voluto realizzarne un adattamento il più fedele possibile, ispirandosi per altro anche a eventi che erano accaduti a lui personalmente durante la guerra.
Lo stesso regista dichiarò: “Ci tengo a dire che questo film non sarà un’autobiografia. Sicuramente la mia triste esperienza nel ghetto di Varsavia mi permetterà di essere molto accurato. Ma io voglio raccontare la storia di Wladislaw Szpilman, non la mia“.
Purtroppo durante la fase di pre-produzione del film, nel 2000, Szpilman morì. Nel film, nella parte di un ragazzo nel ghetto (sulla piazza del mercato e poi di nuovo sulla Umschlagplatz), c’è suo nipote, Daniel Szpilman.
IL PIANISTA, IL PASSATO DI POLANSKI E UN’ESPERIENZA ECCEZIONALE >>>