Da “House of Cards” a “The Dark of Night”: il debutto alla regia di Robin Wright

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La conoscevamo come Claire Underwood, la moglie del presidente americano della serie televisiva House of Cards, l’avevamo apprezzata come attrice di Forrest Gump, Millennium e Everest, questa volta Robin Wright raccoglie gli applausi come regista alla prima del suo cortometraggio d’esordio. The Dark of Night inaugura la sezione Cannes Classics della 70° edizione del festival in presenza di una scintillante e un po’ emozionata debuttante alla regia. Bastano dieci minuti per un thriller a porte chiuse che rende omaggio al noir degli anni ’30 attraverso lo sguardo di una donna, che vuol far sentire la sua voce in un mondo ancora abituato a vedere gli uomini dietro la telecamera.

The Dark of Night porta in scena una misteriosa femme fatale (Leslie Bibb) che cerca rifugio dal temporale in un ristorante deserto dove viene accolta dal proprietario (Sam Rockwell) e la sua cameriera (Callie Thorne). Ma le apparenze spesso ingannano e l’incontro rivela una macabra e, allo stesso tempo, ironica sorpresa.

Ispirandosi all’ambientazione di Diner (1982) di Barry Levinson, Robin Wright rivela una sorprendente confidenza con la regia che si spiega solo ricordando un dettaglio spesso trascurato: l‘attrice ha già girato sette episodi della serie House of Cards. La sceneggiatura di Denise Meyers è stata, dunque, solo un invito a mettersi all’opera in un progetto più personale. “E’ molto meglio qui – ride la regista – aver recitato per più di 30 anni, è un atto solista. Ci si sente cosi soli e io volevo davvero partecipare al lavoro di tutti i dipartimenti. Inoltre volevo liberarmi da quel rigido stile di House of Cards a cui bisogna aderire”. Eppure, ammette lei stessa di aver lasciato qualche traccia della serie da lei ormai indissociabile. E sinceramente racconta di essersi immersa nel noir prima di girare, rispolverando Strangers on a Train di Alfred Hitchcock o i classici film di Bette Davis, a cui attribuisce la sua decisione di aver iniziato a recitare.

Una nuova stella sul tappeto rosso, dunque, infonde coraggio alle donne e spicca tra le poche registe della Croisette. Con la stessa tenacia e determinazione della Wonder Woman di Patty Jenkins, dove interpreta la zia della protagonista, Robin Wright è arrivata alla conferenza Women in Motion, convinta che il momento di parlare seriamente delle donne nel cinema sia arrivato. “Dobbiamo incoraggiare la nuova generazione a esprimersi. Femminismo vuol dire eguaglianza. Stesso stipendio per lo stesso lavoro. Ora le cose devono cambiare rispetto a chi prende decisioni e chi finanzia il cinema, che sono per la maggior parte uomini. E’ il momento di cambiare, unire le forze e parlarne”. L’angelica bionda, questa volta, potrebbe rivelarsi davvero fatale.

Francesca Ferri

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