Giffoni 2023, Martone commenta la situazione: “Bisogna essere vigili”

Il regista tra lo sciopero di Hollywood e l’occupazione del CSC

0
Mario Martone

Dal palcoscenico del Giffoni Film Festival 2023 (in programma fino a sabato 29 luglio) è uno dei protagonisti più importanti e celebrati del nostro cinema a commentare le recenti scosse nella scena cinematografica italiana e internazionale, dallo sciopero di Hollywood all’occupazione del CSC, fino alle questioni relative allo sfruttamento dell’AI, o Intelligenza Artificiale. Una riflessione più che un appello, quella di Mario Martone che dopo i recenti avvenimenti che hanno scosso la scena cinematografica italiana e internazionale dice: “Mi occupa e preoccupa molto la questione del Centro Sperimentale di Cinematografia prima ancora di quella dello sciopero di Hollywood”.

LEGGI ANCHE: Giffoni Film Festival, tutti gli ospiti e il programma della 53ª edizione

“Bisogna essere vigiliammonisce il regista – certamente le cose cambiano legittimamente e ci sono possibilità per i governi in carica di nominare chi si desidera. Però innanzitutto è bene farlo quando è il tempo che questo accada non forzando la mano e soprattutto possibilmente dialogando. Il Centro è una realtà straordinaria. Io non l’ho fatto ma conosco benissimo sia tantissimi ex alunni che i professori. È un ambiente di pluralismo totale, dove c’è un vero senso di libertà. Tutto questo significa che per governare realtà del genere bisogna dialogare, ascoltare. Non si può calpestare una realtà del genere”.

LEGGI ANCHE: Giffoni rimanda al 2024 la presenza di Matt Smith e Asa Butterfield

Vigilare sul mondo che cambia è il monito di Martone, anche guardando allo sciopero di Hollywood. “Siamo in un mondo che cambia rapidamente e ci sono tante questioni in gioco. Non dobbiamo agire come uno struzzo che mette la testa sotto la sabbia”.

Sull’intelligenza artificiale, tra i temi di complessità dello sciopero negli USA dice Martone: “Da punto di vista interesse mio e artistico non demonizzo tutto ciò che è evoluzione è interessante. Me lo diceva sempre il mio amico Bernardo Bertolucci ‘mai avere paura di quello che si trasforma’. Sui cambiamenti dobbiamo capire come ci si entra in relazione, perché l’essere umano è più forte di ogni evoluzione tecnologica ma sappiamo che ogni strumento non è da giudicare in sé, ma non nel modo in cui viene utilizzato. L’intelligenza artificiale può essere usata anche male, e su questo fanno molto bene negli Stati Uniti a interrogarsi. Sarebbe bene lo facessimo anche noi”.