MERYL STREEP: «PER AVERE SUCCESSO BISOGNA AVERE CUORE »

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«Saper cantare bene è una delle cose più belle del mondo!» osserva divertita Meryl Streep. «Ma anche stonare con il cuore non è affatto male! Il segreto è la buona volontà: solo il sentimento può sopperire alle mancanze tecniche…».

La diva americana sta per tornare in Florence – dal 22 dicembre in sala per Lucky Red – un altro ruolo cine-musicale dopo Mamma mia! e Dove eravamo rimasti. Stavolta dà corpo e soprattutto voce alla cantante d’Opera più stonata della storia, la ricca altoborghese Florence Foster Jenkins, che nella New York degli anni Quaranta tenne concerti per un pubblico amico e non troppo esigente. I suoi gorgheggi somigliavano più ai lamenti notturni di un gatto in amore che all’assolo operistico. «Aveva però un grande cuore! Era generosa e piena di passione vitale.» osserva l’attrice. Florence amò il marito fedifrago St. Clair Bayfield (strepitoso Hugh Grant) e fu accompagnata al piano da Cosme McMoon (Simon Helberg). Il regista Stephen Frears racconta ancora una storia vera e torna al suo cinema più efficace e riuscito anche per merito della Musa Meryl Streep. Frears ha il pregio di non accentuare gli elementi patetici della vicenda e non scadere mai nella caricatura. Riesce a destabilizzarci e a ribaltare i nostri pregiudizi. All’epoca dei talent show e della cattiveria costante, Frears pare dirci in totale controtendenza che è meglio un grande cuore messo nella musica che una grande tecnica. Abbiamo incontrato la divina Streep a Londra.

Di Florence Foster Jenkins in Italia sappiamo poco. È un personaggio che fa parte della cultura americana? Non è così popolare, ma credo che qualsiasi studente di conservatorio e qualsiasi musicista professionista sappia chi sia stata Florence, la cantante d’opera che non teneva le note, ma che, a modo suo, seppe dare conforto a molti americani in tempo di guerra. Ricorda la prima volta che ha sentito un disco con la sua voce? A metà anni Settanta, seguivo il Master universitario di recitazione di Yale e stavamo realizzando una produzione del Sogno di una notte di mezza estate. Durante le prove uno dei musicisti un giorno mise su un vecchio mangianastri la cassetta con la voce stonata di Florence! Tutti cominciammo a ridere, chiedendo poi: “Chi è?”. Mi dissero che era la voce inimitabile, inconfondibile e stonatissima di Florence Foster Jenkins. Curioso che quarant’anni dopo l’avrei interpretata in un film di Stephen Frears!

Come sappiamo da molti film lei è un’ottima cantante. Quanto è stato difficile interpretare una pessima interprete? Non credo di essere un’ottima cantante. Sono una cantante al massimo “buona” (gioca con la lettera B che in inglese è sia il voto “buono” che la nota musicale “Si”, Nda). Cantavo piuttosto bene molto tempo fa, quando ero bambina e avevo cominciato a studiare proprio Opera. Abbandonai prestissimo. In seguito ho rovinato la mia voce, fumando, bevendo e dandomi alla “depravazione” (ride, Nda)!. Cosa l’ha sorpresa di più di Florence? Florence era una “cattiva” cantante, ma in un modo unico e peculiare, con un grande cuore. Era assolutamente imprevedibile. Speravi sempre stesse per azzeccare la nota! Dava questa impressione ogni volta… nel film io e Simon (Helberg di The Big Bang Theory, Nda) credo siamo riusciti a restituire questo senso di “possibilità” e “speranza”. Com’è un set di Stephen Frears? Incredibile! Sul set la musica è stata registrata tutta dal vivo, io stono davvero e il mio partner musicale Simon Helberg suona veramente il piano! Stephen Frears è un ottimo “direttore d’orchestra”! Si affida ai suoi attori, ma sa quando dare il La o chiudere una scena. Avevo due compiti in questo film: cantare male e amare Hugh Grant! Amare Hugh è piuttosto facile, è una persona deliziosa…Stonare è più difficile.

Come si è preparata? Ha avuto un coach per riuscire a stonare?
Poco prima di questo film ho realizzato un rock ‘n’ roll movie per Jonathan Demme dove interpreto una cantante folk, per quel film ho avuto lo stesso insegnante di canto della coprotagonista Audra McDonald, una delle più grandi cantanti d’America. Poco dopo le riprese di Dove eravamo rimasti ho girato Florence. Ho infranto in pochi giorni tutto quello che mi ha insegnato quel grande coach musicale! Come si diventa grandi attori? Osservando e ascoltando gli altri. La vita è sempre la prima fonte d’ispirazione. Devi trovare ispirazione dalla realtà e crederci con tutto te stesso. Florence era convinta di essere una grande cantante. Sì, ma compensava le carenze tecniche con un grande cuore. Una volta un fan raggiunse Sam Cooke e gli disse: «Lei ha una voce bellissima!». Cooke rispose: «Non è un complimento per me. Quello che conta è la verità della mia musica, la verità in quel che canto!». La musica di Florence era certo stonata per gli standard abituali, ma anche dotata di una sua “verità”, di un cuore e di un sentimento rari.