John Madden presenta Operazione Mincemeat, in anteprima italiana al Bif&st

Il regista presenta il suo film al Bari Film e Tv Festival

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John Madden, Operazione Mincemeat
John Madden, Operazione Mincemeat (See-Saw Films Limited 2021)

John Madden (Shakespeare in Love; Marigold Hotel) ha incontrato la stampa italiana su zoom in collegamento da Malaga, in occasione dell’anteprima europea di L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat, presentato oggi alle h. 21 in anteprima italiana al Bif&st – Bari International Film e Tv Festival, prima dell’uscita del film nelle nostre sale, distribuito dalla Warner Bros.

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La vicenda, apparentemente assurda, raccontata dal film è assolutamente vera: nel 1943, gli alleati devono tentare in ogni modo di spezzare l’occupazione hitleriana dell’Europa occupata. Il piano è quello di un assalto che cominci con il massiccio sbarco sulle coste siciliane e l’obiettivo è convincere i tedeschi che lo sbarco avverrà invece in Grecia, per distogliere così le difese tedesche dalla nostra isola ed evitare il massacro della forza d’invasione. Il compito di questa complessa operazione di controspionaggio e disinformazione è affidato a due straordinari agenti dell’intelligence: Ewen Montagu (Colin Firth) e Charles Cholmondeley (Matthew Macfadyen), che ideano una geniale strategia, sfruttando il più improbabile degli agenti segreti: un uomo morto. Nel film, tra gli altri, recitano anche Kelly Macdonald, Penelope Wilton, Johnny Flynn e Jason Isaacs e nel momento in cui Winston Churchill (Simon Russell Beale) tronca le obiezioni dei suoi consiglieri con un perentorio «La Russia è la nostra guerra di domani», un brivido corre lungo la schiena dello spettatore, visto quello che accade oggi.

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«Questo film è stato girato due anni fa», puntualizza subito Madden, «e quando Michelle Ashford ha scritto la frase nella sceneggiatura non poteva certo immaginare quello che sta succedendo oggi. Una cosa però tengo a sottolinearla: non voglio in alcun modo che il mio film possa essere promosso per le eventuali attinenze con l’orribile conflitto cui stiamo assistendo oggi. Non voglio assolutamente che vengano dette, o pensate, cose come “questo è un film da vedere perché oggi c’è la guerra”, sarebbe irrispettoso verso il dramma che stanno vivendo in Ucraina».

 

È interessante notare come il regista abbia realizzato un film di guerra dove il ruolo chiave è quello di un gruppo di uomini e donne, tutte persone che «per motivi fisici (o di genere essendo donne) al fronte non erano potuti andare», sottolinea il regista, puntualizzando che la sua «è una storia sugli eroi anonimi, che fantasticavano di essere guerrieri al fronte, ma capirono che dietro le quinte potevano essere fondamentali e salvare decine di migliaia di vite. Sono persone che non hanno cercano la gloria, ma hanno fatto accadere le cose». La celebrazione del Gruppo 20 che ha ideato questa fantastica operazione di disinformazione (si chiamano così perché 20 in numeri romani si scrive XX, che in inglese può essere letto double cross, cioè inganno) è anche una celebrazione del potere della narrazione:

«In fondo questo è un film sul racconto: il gruppo di controspionaggio si confronta con una comunità di scrittori e tra loro, al centro della storia, c’è anche Ian Fleming, il futuro padre di James Bond, – sorride Madden, – gli uomini che hanno sfornato le idee da cui è nata l’Operazione Mincemeat, sono scrittori, alcuni avevano già pubblicato romanzi con storie di criminali che si prendono gioco della polizia, o che non lasciano tracce dietro di loro. Raccontare una storia cui credere è fondamentalmente il mio lavoro ed è esattamente quello che hanno fatto loro, trasformando la fantasia in realtà».

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Il trailer di L’arma dell’inganno – Operazione Mincemeat