15 SFUMATURE DI SAM TAYLOR-JOHNSON

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Da Bertolucci a Pasolini, da Bergman alla Bigelow: la nostra intervista a Sam Taylor-Johnson, la regista di Cinquanta Sfumature di Grigio

DI MARCO GIOVANNINI

«Fare un film sul sesso? Non è stato strano. Non mi sono dovuta avventurare in nessun nuovo territorio. Nella mia carriera di artista è un tema che ho esplorato spesso », riflette Sam Taylor-Johnson. Ha un passato di fotografa, e può raccontare del pubblico encomio ricevuto da Courtney Love che, durante un’intervista, le disse: «Non mi hai mai scattato una foto brutta, neanche quella in cui mi si vedeva la vagina. Era elegante, non spalancata ». Quando poi Sam ha cominciato a esplorare il cinema, nel suo episodio di Destricted, un uomo si masturbava per otto minuti nel deserto della Valle della Morte, in Nevada. Ed eccola quindi pronta allo scandalo annunciato, Cinquanta sfumature di grigio, film che ha lanciato la sua carriera fatta finora di un solo titolo – Nowhere Boy, biopic degli anni pre-Beatles di John Lennon. Ciak l’ha incontrata allo Chateau Marmont di Hollywood e le ha chiesto di raccontare la sua esperienza con la tecnica del flusso di coscienza. D’altronde lei è il personaggio più colto e interessante del film, con una vita da romanzo: ha battuto già due volte il cancro (al colon e al seno) e ha sposato Aaron Johnson, il protagonista di Nowhere Boy e Kick-Ass, ventitré anni meno di lei. Hanno due figlie che, sommate alle due del precedente matrimonio – con il gallerista Jay Jopling – formano, dice, «una tribù di sette femmine, cane compreso, di cui il povero Aaron è prigioniero ». Ecco quindici sfumature di Sam Taylor-Johnson nelle sue parole.

1 – IL ROMANZO Ho letto il libro di E. L. James solo quando i produttori mi hanno fissato un incontro. E ho avuto subito un’idea chiara di come andava fatto. Ma non mi aspettavo di essere assunta il giorno dopo.

movies-fifty-shades-of-grey-052 – ANASTASIA Dakota Johnson è stata una delle prime a fare il provino, e per me Anastasia era lei. Ma poi ho dovuto continuare a provinare centinaia di attrici. Perché? Volevo che anche gli altri fossero sicuri della scelta.

3 – IL PROVINO Per provare la Anastasia di Dakota avevo scelto il monologo di Persona di Ingmar Bergman, quello in cui Alma racconta di aver tradito il fidanzato in un’avventura con un’altra donna e due uomini. Mi ha permesso di capire se era adatta. In quel monologo c’è praticamente l’arco emotivo di quello che Anastasia sperimenta nelle cinquecento pagine del libro: crescita, scoperta, dolore, eccitazione, vergogna, gioia, senso di colpa, liberazione.

4 – IL SESSO Ho dovuto coreografarlo, non volevo essere esplicita: nel momento in cui lo spettatore vede la penetrazione, l’erotismo scompare. Niente più aspettative su cosa succede dopo.

5 – BERTOLUCCI Ho lasciato che gli attori facessero le loro ricerche, guardando quello che volevano per ispirarsi, fosse 9 settimane e ½ oppure Secretary. Ma per me è stato fondamentale rivedere Ultimo tango a Parigi del vostro Bernardo Bertolucci.

6 – LE SCENE HOT Le scene di sesso? Le abbiamo girate tutte alla fine, a set chiuso. Con il direttore della fotografia Seamus McGarvey lavoro da quindici anni, ci capiamo senza parlare, solo emettendo suoni, come i delfini. Poi c’era il tecnico del suono e quello della fotografia, pochissimi. Sarebbe difficile per degli attori nudi dimostrare una chimica bollente se ci fosse qualche grasso tipo barbuto a fissarli.

7 – LA SOTTOMISSIONE Come donna l’aspetto sottomesso di Anastasia non mi disturba perché alla fine, attraverso il processo della scoperta della sua sessualità, è lei a conquistare il potere.

8 – SGUARDO DI DONNA Non so se chi vedrà Cinquanta sfumature di grigio capirà che il regista è una donna. Io non vedo differenza. Anche se tanto tempo fa vedendo in Blue Steel la scena fetish della poliziotta che si infila gli stivali, mi ero stupita di scoprire che il regista fosse Kathryn Bigelow.

9 – LA CENSURA La motivazione della censura parla di comportamenti insoliti. Per me insolita è proprio questa definizione: come diamine sanno quanta gente fa quelle cose in privato?

10 – LA DOMINATRICE Mi sono sentita responsabile verso la comunità BDSM, non volevo rappresentarli come violenti, né lasciarmi andare ai cliché. Ho fatto ricerche sul campo e una dominatrice mi ha aperto gli occhi: questo tipo di relazioni si costruiscono sulla fiducia. Un concetto che mi ha guidato per tutto il film.

Cinquanta sfumature di grigio11 – ECCITAZIONE Onestamente non so se questo film potrà aiutare le coppie in camera da letto. Dipende dalla loro sensibilità.

12 – LA SFIDA Non mentirò: non è stato facile. Erika è stata sempre presente in tutto il film, ha opinioni forti e si è trovata questa sconosciuta che aveva la necessità di cambiare tutto quello che non era visivo. Ci sono state tensioni, certo, ma mai nulla di personale. Non ci poteva stare tutto il libro, ma abbiamo privilegiato le scene e i dialoghi preferiti dai fan.

13 – LA LIBERTÀ Durante le riprese ci sono stati momenti in cui ho pensato che il film fosse troppo grande per me. In passato ero abituata al fatto che quando avevo un’idea prima la realizzavo, poi la presentavo e infine la gente mi diceva se piaceva o no. Ma avere ogni passo scrutinato da tante persone per tante ragioni, non è affatto divertente.

14 – I SEQUEL Se sarò io a girare gli altri capitoli della trilogia? Non immediatamente. Ho un’opzione, ma dipende dal botteghino. In questo momento mi sento come se avessi avuto un parto difficile, e so di cosa parlo, ho avuto quattro figlie. Ma è la migliore analogia che mi viene in mente.

15 – PASOLINI Non so se il mio film vada visto in coppia, è una scommessa. Mi ricordo che una volta uscii con un amico e la sua nuova fidanzata. Andammo a vedere un film che si rivelò inappropriato: Salò di Pasolini. Pensai: la coppia non sopravviverà. E così fu. Ma come si fa a scegliere Salò per il primo appuntamento? Almeno il nostro film è romantico, sexy, ma con classe…